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5 ROMANZI PER L'ESTATE

Generalmente i mesi estivi sono quelli che in cui si ha più tempo per leggere. Curiosando nella mia libreria in cerca di qualcosa d’interessante, ho individuato cinque romanzi perfetti per essere letti sotto l’ombrellone o spapapanzati sul divano con il ventilatore puntato dritto in faccia. (Se avete bisogno di me, potete trovarmi nel secondo posto).

GUIDA GALATTICA PER AUTOSTOPPISTI di Douglas Adams 


Arthur Dent scopre che nel suo giardino sono arrivate delle ruspe gialle per buttargli giù la casa e fare spazio ad una superstrada. Arthur Dent però non sa che il problema è ben più grande, perché una flotta di astronavi vogon è pronta a fare lo stesso con la Terra. Questo romanzo è così bello che non so nemmeno da dove cominciare per spiegarne il perché. Douglas Adams ha uno stile tutto suo. Dietro una gustosa risata riesce sempre a inserire una acuta e seria riflessione sull’umanità. In effetti la Guida Galattica rientra in un genere definito “fantascienza umoristica”. Leggetelo, non ve ne pentirete.

IL PIÙ GRANDE UOMO SCIMMIA DEL PLEISTOCENE di Roy Lewis 


Questo romanzo condivide con la Guida Galattica per autostoppisti lo stesso tipo di umorismo. Se vi è piaciuto uno non può non piacervi anche l’altro. Anche qui l’ironia e l’acume sono il piatto forte. Il più grande uomo scimmia del pleistocene narra le vicende di una famiglia di cavernicoli. Edward, il padre, sostiene la necessità di perseguire (e poi condividere) il progresso: scoprirà il fuoco, costruirà il primo arco e sosterrà la necessità di “rimescolare i geni” attraverso matrimoni tra membri di gruppi diversi. Inevitabilmente si scontrerà con zio Vania (che considera la posizione eretta un abominio, anche se in inverno non disdegna scaldarsi vicino al fuoco) e gli altri suoi famigliari retrogradi. Tutto è raccontato in tono umoristico. Lewis ricorre spesso ad anacronismi per ironizzare su argomenti attuali.

LA VERITÀ SUL CASO HARRY QUEBERT di Joël Dicker 

Mi piacerebbe sapere quand’è che i gialli sono diventati la tipica “lettura da spiaggia”. La verità sul caso Harry Quebert è un tomo bello spesso, non proprio tascabile. Se quello che cerchiamo è la maneggevolezza, meglio il formato e-book. Comunque, è un giallo: dopo anni dalla scomparsa di una ragazza si comincia a far luce sul suo destino. Il protagonista e narratore della vicenda è uno scrittore, che snocciola consigli trasformando il romanzo in meta-letteratura. Al di là della godibilità del racconto, mi ha divertita soprattutto la ricerca dei “consigli allo scrittore”, a volte palesi, altre volte nascosti come a formare una sottotrama.

HARRY POTTER di J. K. Rowling 


Ogni tanto guardo i sette libri di Harry Potter lì ben ordinati sullo scaffale e mi viene voglia di rileggerne uno a caso. Quest’estate ho intenzione di riprendere il primo, Harry Potter e la pietra filosofale. Gli ultimi romanzi della serie, più adulti e complessi, sono i miei preferiti, ma i primi due libri hanno il fascino della favola.

DRACULA di Bram Stoker 


In tempi recenti il mito del vampiro è andato alla deriva perdendo mordente (letteralmente, dopo l’invenzione dei “vampiri vegetariani”). Il Dracula di Bram Stoker invece conserva tutto il suo fascino. La vicenda è narrata attraverso lettere e pagine di diari (di Mina e di Jonathan). Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare Stoker non fa leva sui colpi di scena da b movie un po’ splatter. L’inquietudine e l’orrore serpeggiante accompagnano il vampiro come una nebbia.

ANNIENTAMENTO: ESPLORANDO L'AREA X

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Ho recensito per Destinazione: Terra! il primo libro della Trilogia dell’Area X di Jeff VanderMeer. La trama di Annientamento è un miscuglio di elementi fantascientifici, fantasy e horror. L'autore stesso ha coniato il termine new weird per definire questo particolare genere di letteratura. 
Il romanzo è generalmente stato accolto positivamente, eppure io qualche difetto l’ho trovato. 
Nella recensione ho cercato di spiegare il mio punto di vista nel modo più chiaro possibile. Ho sottolineato i punti di forza ed evidenziato le soluzioni narrative che mi hanno lasciata perplessa. 
Ora mi piacerebbe sentire quali sono state le vostre impressioni per cercare chiavi di lettura differenti che possono essermi sfuggite.

STAND BY ME

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Nel suo Come un romanzo Daniel Pennac ha redatto la lista dei diritti del lettore. Bene, io ho applicato il secondo di questi diritti (quello di saltare le pagine) leggendo solo uno dei tre racconti di Stephen King contenuti nella raccolta Stagioni diverse

Il titolo originale del racconto era Il corpo, ma è poi stato cambiato in Stand by me, con riferimento al film del 1986 che da esso è stato tratto. 
La trama è semplice, quasi banale, se non fosse per quel pizzico di mistero che contraddistingue le storie di King: quattro ragazzini partono alla ricerca del corpo di un loro coetaneo da settimane scomparso da casa e probabilmente morto nei boschi. 

Oltre al brivido dell’avventura, all’emozione della ricerca c’è un viaggio che ha il sapore di un’iniziazione. È il passaggio dall’infanzia all’età adulta che prende forma. 
Tra le pagine si respira estate, voglia di vivere, speranze e amicizia, ma le parole di Gordie, Chris, Teddy e Vern rivelano anche dolore e tanta incertezza. In fondo, che cos’è crescere se non impazienza, paura e un pizzico di nostalgia?

Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a 12 anni. Gesù, ma chi li ha?! 

LEGGETE, SE VI PARE

Qualche settimana fa ho lanciato questa domanda all’interno di una community su Google+ dedicata alla letteratura. 
Le risposte date mi hanno portato a riflettere, prima di tutto sul fatto che una vita sola non mi basterà per leggere nemmeno la metà di tutti i meravigliosi capolavori della letteratura.
Ma quale significato diamo al termine "capolavoro letterario"? Sono rimasta colpita da come molti abbiano proposto un elenco molto "scolastico", con Dante, Manzoni ed altri classici (dall'innegabile valore) in testa. Solo pochi hanno pensato "fuori dagli schemi" proponendo titoli ed autori contemporanei.
Dunque un testo è da ritenersi un capolavoro letterario per il suo contenuto oppure per lo stile di scrittura? Perché diverte il lettore oppure perché insegna qualcosa? Per le emozioni che suscita oppure perché ci hanno insegnato a considerarlo tale?
Io una risposta ancora non l'ho trovata dunque vi rigiro la domanda, ma vi invito a non darle molto peso, perché l'unico motivo per cui leggiamo è per il piacere di farlo e perciò abbiamo il diritto di leggere tutto ciò che ci piace, che i polverosi libri di letteratura lo considerino un capolavoro oppure no.

Nell'elenco qui sotto ho riportato tutti i libri menzionati durante questa conversazione. A questi ne ho aggiunti altri che per me hanno un significato speciale. Come promemoria per me stessa segnerò con un asterisco i libri che ho già letto una o anche tre o quattro volte, e colgo l'occasione per ringraziare tutti gli appassionati lettori che hanno tenuto vivo il dialogo e lo scambio di idee con le loro personali opinioni.  

Matilda di Roahl Dahl *
Odissea di Omero (o chi per esso) *
Il buio oltre la siepe di Harper Lee *
Cime tempestose di Emily Brontë *
Un uomo di Oriana Fallaci
1984 di George Orwell
Operette morali di Giacomo Leopardi
Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen *
Il più grande uomo scimmia del Pleistocene di Roy Lewis* 
I sillabari di Goffredo Parise
Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello *
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda *
Grandi speranze di Charles Dickens 
Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust
L’antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters *
Fahrenheit 451 di Ray Bradbury *
Player One di Ernest Cline *
I nostri antenati di Italo Calvino *
Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino * 
La fattoria degli animali di George Orwell *
Terra! di Stefano Benni 
Le cronache di Narnia di C.S.Lewis *
Il Signore degli Anelli di J.R.R.Tolkien *
Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij
L’uomo che ride di Victor Hugo
La casa degli spiriti di Isabel Allende *
I Malavoglia di Giovanni Verga
La verità sul caso Harry Quebert di Joël Dicker *
Germinale di Émile Zola
La bestia umana di Émile Zola
Dracula di Bram Stoker *
Canti di Giacomo Leopardi *
Harry Potter di J.K.Rowling *
Novelle per un anno di Luigi Pirandello
Il diario di Anna Frank *
Come un romanzo di Daniel Pennac *
22/11/’63 di Stephen King
Dune di Frank Herbert *
La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo di Audrey Niffenegger
I promessi sposi di Alessandro Manzoni *
La divina commedia di Dante Alighieri *
Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon 
Il nome della rosa di Umberto Eco *
Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini *
Peter Pan di J.M.Barrie *
Jurassic Park di Michael Crichton *
Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams *
Piccole donne di Louisa May Alcott *
Memorie di una Geisha di Arthur Golden *
Io sono Malala di Malala Yousafzai *

Che ne dite ora di aggiungere qualche altro titolo alla lista condividendo con noi i libri che più vi hanno appassionato? Niente paura, qui non ci sono riposte sbagliate: nella lettura tutto è permesso, perfino decidere di non leggere!  

LE NOTTI DI SALEM


Negli ultimi anni i vampiri sono tornati di moda, palestrati e vegetariani, ma io preferisco ancora i classici. 
Ieri pomeriggio ho finito di leggere Le Notti di Salem di Stephen King. L’avevo preso un paio di settimane fa in biblioteca, attirata dalla copertina, dal titolo, dalla trama e dalla dedica: << Per Noemi Rachel King >>, figlia dell’autore. Mi sono subito sentita chiamata in causa e sarei arrivata alla fine del libro molto prima se non avessi dovuto limitare le sessioni di lettura alle ore diurne. Impensabile leggerlo dopo il calare del sole! 

And all around them, the bestiality of the night rises on tenebrous wings. The vampire’s time has come.

Si tratta di una classica storia di vampiri. Lo scrittore Ben Mears torna a Salem’s Lot, dove aveva trascorso l’infanzia. Sono passati molti anni, ma l’inquietante rudere di casa Marsten domina ancora il paese dall’alto della collina. La scomparsa del piccolo Ralphie Glick e la morte del fratello Danny sono solo i primi eventi inspiegabili e inquietanti che trasformeranno per sempre il piccolo paesino di provincia. 

Leggete Le Notti di Salem con i brividi lungo la schiena: qui i vampiri non luccicano e quando li si affronta è meglio essere ben preparati!

Perché leggiamo, secondo C.S. Lewis

Perché leggiamo? Nel corso dei secoli molti hanno dato la loro personalissima risposta a questa domanda. Pochi sono riusciti a spiegare l'incanto della lettura con l'acutezza e la poesia di C.S. Lewis. D'altra parte il filologo inglese era un profondo conoscitore del mondo della letteratura, prima di tutto perché era l'argomento del suo corso all'Università di Oxford (dove divenne amico di J.R.R. Tolkien) e poi perché scrittore lui stesso. E' lui l'autore delle Cronache di Narnia, serie di sette magnifici romanzi ambientati in una terra fantastica popolata da fauni, animali parlanti e sirene.  
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Nel suo saggio An experiment in criticism, pubblicato nel 1961, Lewis spiega come lo spirito umano può arricchirsi semplicemente attraverso l'esperienza della lettura.
Quelli di noi che sono lettori da tutta la vita raramente realizzano appieno quanto di noi stessi dobbiamo agli autori. Lo capiamo meglio quando parliamo con un amico che non legge. Egli può essere pieno di bontà e di buon senso, ma vive in un mondo ristretto. In esso noi soffocheremmo. L'uomo che si accontenta di essere solo se stesso è come in prigione. I miei stessi occhi per me non sono abbastanza, vedrò attraverso quelli degli altri. La realtà, anche se vista attraverso gli occhi di molti, non è abbastanza. Vedrò che cosa hanno inventato gli altri. Persino gli occhi dell'intera umanità non sono abbastanza. Mi rammarico che gli incolti non possano scrivere libri. Imparerei molto volentieri come appaiono le cose ad un topo o ad un'ape; ancora di più mi piacerebbe percepire tutte le informazioni e le emozioni di cui il mondo degli odori si carica per un cane.
Leggendo diventiamo altre persone pur rimanendo noi stessi. Vediamo attraverso gli occhi di migliaia di personaggi e facciamo mille nuove esperienze che arricchiscono il nostro pensiero e la nostra anima, anche se noi sul momento non ce ne rendiamo conto. 

Seconds: ogni desiderio ha le sue conseguenze

Grazie alla sua abilità come cuoca, Katie ha trasformato il Seconds in un ristorante di successo. Però ora vorrebbe un locale tutto suo: trova il posto giusto e comincia a ristrutturarlo. Ma, imprevisto dopo imprevisto, le cose cominciano ad andare male. Una notte Katie viene improvvisamente svegliata da una strana ragazza con i capelli bianchi che le offre la possibilità di porre rimedio ai suoi errori. Al suo risveglio si rende conto che ogni suo desiderio è stato esaudito. Non si era trattato soltanto di un sogno! Risolvere i problemi con uno schiocco di dita e rendere perfetta la propria vita è il sogno di tutti, ma ogni cosa ha delle conseguenze. Katie lo imparerà a proprie spese. 
Mi sono imbattuta in questa graphic novel per caso: mi piaceva la copertina. Così ho deciso di mettere da parte (solo per un momento) Thor, Guardiani della Galassia, supereroi e mutanti vari per dedicarmi ad una storia più "a misura d'uomo". Anche in Seconds comunque non scarseggiano elementi di mistero e magia. Cambiare il passato, desiderare qualcosa che poi accade veramente, sono temi ricorrenti in ogni forma di narrativa. Eppure Bryan Lee O'Malley (già autore di Scott Pilgrim) riesce a svilupparli con una certa originalità. I disegni mantengono lo stile che gli è proprio, dai tratti quasi infantili, a metà tra manga e fumetto occidentale. Il risultato è una lettura leggera e piacevole ma non banale, che offre spunti di riflessione e un piccolo incoraggiamento per il futuro. L'ideale per rilassarsi dopo una giornata di lavoro o studio. 

Dal papiro ai pixel: il futuro del libro

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Il breve, brevissimo (si legge in mezz'ora)  saggio dell’Economist sul futuro del libro, From Papyrus to Pixels, si presenta come un Penguin logorato dall'uso. L'intero testo è online e gratuitamente fruibile dal lettore che può decidere se continuare a sfogliarlo come un tradizionale libro oppure "scrollarlo" come un e-book arricchito di contenuti multimediali, o persino ascoltarlo come un audiolibro (in inglese). Il saggio, accessibile e godibilissimo, riflette su quello che sarà il futuro del libro e vale la pena di leggerlo o anche solo di aprirlo perché, nella sua forma tripartita (libro, e-book, audiolibro) è già il futuro.
Il crescente sviluppo delle nuove tecnologie ha portato molte persone a prevedere la morte di libri, editori, autori e librerie. Ma in realtà il futuro sembra essere ben più roseo. 
L'autore del saggio mette subito in chiaro che la diffusione dell'e-book è lenta e graduale, parallela (mai in opposizione) al libro cartaceo. Alcune tipologie, come i romanzi, si sono convertiti più rapidamente e con maggior successo alla più economica e maneggevole versione digitale. Ma il cartaceo rimane per svariate ragioni: i libri continuano ad essere un ottimo regalo di Natale, molti non resistono al fascino di avere in casa loro una ben nutrita libreria... 
In generale nemmeno le case editrici sono state danneggiate dall'avvento degli e-book che, avendo un costo di produzione piuttosto ridotto, evitano il rischio di spendere molto per la pubblicazione di una gran quantità di copie che poi potrebbero non essere vendute. 
Le librerie sono quelle che hanno avuto i maggiori problemi: è in continuo aumento il numero di piccole librerie costrette a chiudere non solo per la concorrenza del digitale ma anche (e forse soprattutto) per la concorrenza delle grandi librerie.  
Negli ultimi capitoli del saggio si parla di tutte quelle novità, possibili grazie a continue innovazioni tecnologiche, che stanno contribuendo al cambiamento (ed all'arricchimento!) del mondo della letteratura. In particolare viene preso in considerazione il fenomeno dell'autoedizione, comune tra gli scrittori prima del XIX secolo e successivamente guardato un po' dall'alto in basso. Oggi, grazie ad internet ed ai libri digitali, sono sempre di più gli autori che decidono di pubblicare in proprio. Si sperimenta nell'ambito della narrativa, nascono nuovi generi e vengono letti autori che non avrebbero mai potuto essere scoperti in un mondo di soli libri a stampa. 
Questi cambiamenti stanno spingendo le case editrici a lavorare in maniera differente: in cerca di nuovo materiale si cominciano a perlustrare anche piattaforme come Wattpad, strutturato come un social network di scrittura in cui chi scrive può ricevere un immediato feedback dai lettori. 
Il quadro tracciato da From Papyrus to Pixels è quello di un mondo in continua evoluzione in cui tradizione e modernità si compenetrano.

Il cacciatore di aquiloni

È naturale che l'autore di un romanzo si affezioni pagina dopo pagina al suo protagonista. Non può quindi far altro che proteggerlo come un figlio: il suo eroe affronterà molte difficoltà, ma poi ne uscirà vincitore. Ma non è il caso di Hosseini che con Amir disegna un personaggio né vincitore né vinto: un uomo che commette errori e con gran fatica cerca di fare ammenda. A differenza di quello di altri protagonisti, il destino di Amir non è già segnato e sarà una sorpresa per lui così come per il lettore. È questo l'aspetto più bello del romanzo.

Il cacciatore di aquiloni racconta dell'amicizia tra Amir ed Hassan, sullo sfondo dell'Afghanistan degli anni '60 e '70 che impariamo a conoscere come una terra fiorente, ricca di bellezze, di contraddizioni e di gare di aquiloni. Questo prima della guerra e dell'arrivo dei talebani che l'hanno trasformato in quel luogo desolato che vediamo ogni giorno attraverso i telegiornali. Quando la situazione precipita, la famiglia di Amir lascia Kabul per rifugiarsi in America. 
Molti anni dopo Amir riceverà una telefonata inaspettata che riporterà a galla i fantasmi del passato, risvegliando la sua coscienza ed il ricordo della terribile colpa di cui si è macchiato. Colpa che cambiò per sempre la sua vita e quella di Hassan. 
Il cacciatore di aquiloni si è guadagnato a buon diritto il successo che lo ha reso un caso editoriale: è un libro indimenticabile!

Didone, per esempio

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Finalmente i pensieri di generazioni e generazioni di studenti di liceo classico hanno trovato voce: com'è possibile che quella donna tostistissima che era Didone abbia perso la testa per quel bamboccio senza spina dorsale di Enea?! 

Il primo libro di Mariangela Galatea Vaglio (già autrice di uno dei blog che seguo con maggior piacere ormai da parecchio tempo, Il Nuovo Mondo di Galatea) è una galleria di personaggi mitologici e storici greci e romani. 
Che palle, direte voi. Ed invece no! Perché questi grandi uomini (e grandissime donne!) vengono raccontati con grande ironia e senso dell'umorismo e soprattutto con un'intelligenza ed un acume che portano il lettore a vederli sotto una luce diversa. Cesare, Pericle, Cicerone... quei nomi altisonanti ed un po' freddi che dominano le pagine dei libri di storia tornano a vivere nella loro dimensione più umana. Perché, in fondo, anche loro sono stati persone (più o meno) come tutti: hanno dovuto prendere delle decisioni, fare delle scelte, avevano delle passioni, qualità e lati oscuri.
E particolarmente interessanti sono i personaggi femminili: figure di grandi donne, personaggi complessi e a tutto tondo, le cui storie molto spesso sono poco conosciute, lasciate nell'ombra dalle più celebri figure maschili. Ma che cos'ha da invidiare una Livia ad un Ottaviano o una Penelope ad un Ulisse?! Forse soltanto la possibilità di essere completamente padrona del proprio destino. 
Ed ecco delinearsi il complesso quadro di una società e di una politica cronologicamente distanti da noi ma nell'essenza immutate. 
Potere, amori, passioni, violenza, intrighi politici... L'antica Grecia e l'Impero Romano non hanno nulla da invidiare alle trame de Il Trono di Spade. Anzi, sono ancora meglio: qui è tutto vero! 

READinstead // Congo


L'aspetto più affascinate dei romanzi di Crichton è la capacità di mescolare dati tecnici e scientifici con elementi di fantasia. In questo modo il racconto diventa ancora più suggestivo proprio perché non si tratta di pura invenzione, ma al contrario si basa sulla realtà. E Congo non fa eccezione. 

Tutto inizia quando alla ERTS, una società che si occupa di soddisfare l'aumento di richiesta d'informazioni sulle risorse terrestri, arrivano le immagini via satellite dell'improvviso ed inspiegabile massacro di una spedizione mandata in una zona disabitata del Congo. La ERTS organizza quindi una nuova spedizione, guidata da un'esperta di computer, a cui si unirà anche Elliot, uno zoologo, insieme ad Amy, la giovane gorilla oggetto dei suoi studi. 
L'obbiettivo principale della spedizione è di trovare un giacimento di diamanti battendo sul tempo la concorrenza, alla ricerca del medesimo sito. Ma Elliot con questo viaggio vuole cercare di capire il senso di un sogno, per la precisione un incubo, che aveva tormentato Amy negli ultimi tempi. 
Inutile dirlo, il personaggio più sorprendente è proprio il gorilla Amy, che si esprime con il linguaggio dei segni ed ha una sensibilità persino più umana di quella delle persone che l'accompagnano. 

Si tratta di un racconto d'avventura, alla scoperta di una terra per lo più inesplorata, dominata da una natura incontaminata ed ostile all'uomo. Un romanzo d'intrattenimento, non privo di spunti di riflessione, che, come tutti i libri di Crichton non delude. 

READinstead // Player One

Tutti amano i classici romanzi d'avventura, quelli in cui l'eroe, dopo aver superato ostacoli che sembravano insormontabili, riesce finalmente a salvare l'amata e a vivere felice e contento. 
Ma Player One (di Ernest Cline) è un romanzo un po' diverso. Tanto per cominciare Wade non sembra avere la stoffa dell'eroe: diciotto anni e un po' cicciottello, è il classico nerd appassionato di videogiochi.
E se è per questo nemmeno Artr3mis risponde alla classica immagine della donzella in pericolo. 
Ma andiamo con ordine!
L'avventura di Wade comincia quando il multimiliardario e programmatore di videogiochi Halliday muore senza lasciare eredi. Per stabilire chi sarà il suo successore indice una gara: il primo che riuscirà a trovare, risolvendo indovinelli e superando difficili prove, l'Easter Egg da lui nascosto nel suo più popolare videogioco, OASIS, entrerà in possesso del suo immenso patrimonio e di OASIS stesso. 
La caccia all'Easter Egg comincia subito, ma l'opportunità di mettere le mani su OASIS ha attirato non solo i più esperti giocatori, rispettosi dello spirito della gara, soprannominati Gunter, ma anche la IOI, una potente multinazionale pronta a tutto pur di vincere la sfida, persino ad uccidere. Anche Wade è un Gunter della prima ora, e nel corso della caccia conoscerà altri giocatori, suoi potenziali rivali, tra cui Artr3mis. 
Ma prima che l'indovinello proposto da Halliday venga risolto e la prima porta aperta passeranno ben cinque anni. E dopo una tale svolta la gara riprenderà a ritmi sempre più incalzanti. 
Ma che cos'è OASIS? E perché il possesso di un videogioco, per quanto di successo, dovrebbe giustificare tante fatiche? 
In realtà, OASIS va ben al di là del nostro concetto di videogioco. In primo luogo il giocatore indossa guanti, occhiali ed una tuta che garantiscono la completa immersione nel mondo virtuale, compresa la simulazione di odori e sensazioni tattili. Ma la vera rivoluzione è la natura del gioco stesso: per certi aspetti simile ad un MMO (Massively Multiplayer Online), tanto per intenderci sul modello di un World of Warcraft, si è in realtà trasformato in una complessa esperienza di realtà virtuale. O sarebbe meglio dire che realtà e realtà virtuale sono arrivate a coincidere. Su OASIS si trovano, ad esempio, scuole che possono essere frequentate gratuitamente da studenti con problemi economici, biblioteche, palazzi virtuali sede di uffici in cui gli impiegati lavorano attraverso il loro avatar, ed ogni forma di arte e cultura è accessibile facilmente e gratuitamente. In pratica, la società del 2045 in OASIS ha trovato una realtà alternativa in cui rifugiarsi per sfuggire alla drammaticità della realtà effettiva, dove la povertà e le guerre dilagano e i principi morali e sociali vengono meno, tanto che si rischia di essere rapinati ed uccisi mentre si va a scuola.
Scopo dello scrittore, dunque, non è solo d'intrattenere il lettore con la caccia all'Easter Egg ma di farlo riflettere sul potenziale dei mezzi tecnologici in generale e sui pericoli di un loro eventuale abuso. 
Player one è stata una delle letture che più mi hanno appassionata in questi ultimi anni.
Il suo pezzo forte sono i riferimenti ai videogiochi ed alla cultura anni '80 in generale (a cominciare dal titolo, in originale Ready Player One, che corrisponde alla schermata iniziale di molti videogiochi di quegli anni), grande passione di Halliday. Ed il fatto che siano parte integrante della trama, e non solo vezzo dell'autore, li rende ancora più piacevoli. 
Nel corso della lettura si può quindi venire a conoscenza di molti aneddoti curiosi, ad esempio che il primo Easter Egg della storia è stato creato da Warren Robinett, programmatore di videogiochi per la Atari che, com'era consuetudine all'epoca, non gli riconobbe il lavoro. Perciò, per rimediare l'assenza del suo nome sulle confezioni di Adventure, Warren ha inserito all'interno del gioco stesso una stanza, ben nascosta, che, una volta scoperta, rivela il nome del programmatore. 
Malgrado le apparenze, non sono necessarie competenze così specifiche per gustarsi questa lettura, anche se un po' di conoscenza di musica e cinema possono aiutare…
E poi non meno interessante è la possibilità di dare un'occhiata a quello che potrebbe essere il nostro futuro: a quanto pare da oggi al 2045 usciranno molti altri film di Indiana Jones ma gli appassionati del futuro (così come quelli di oggi) si rifiuteranno di prendere in considerazione quelli da Il teschio di cristallo in poi; e vecchi film e serie tv saranno convertite in videogiochi interattivi, i Sincrofilm, in cui il giocatore deve riprodurre azioni e battute dei protagonisti (personalmente non vedo l'ora di sedermi nel "posto di Sheldon" e di maneggiare una spada laser!); Will Wheaton sarà eletto Vicepresidente del consiglio Utenti OASIS per più di dieci anni consecutivi, se mai un simile gioco esisterà ; e ultimo ma non meno importante, il Saturday Night Live continuerà ad essere trasmesso con grande successo di ascolti.

ABM: Photo Idea Book

Ho appena finito di leggere A Beautiful Mess: Photo Idea Book e penso sia uno dei migliori libri di fotografia che mi siano capitati tra le mani. 
Con questo libro Elsie ed Emma (autrici anche di A Beautiful Mess, uno dei miei blog preferiti) non vogliono tanto insegnare gli aspetti più tecnici della fotografia (apertura, esposizione, ecc.) quanto cercare di ispirare il lettore, di motivarlo a scattare il più possibile. Il loro consiglio è quindi quello di non vergognarsi ad immortalare i momenti più quotidiani, oltre alle occasioni speciali. 
E ci insegnano qualche trucchetto per ottenere il meglio dai nostri scatti: ad esempio usare stoffe colorate come sfondo per un ritratto o utilizzare oggetti che abbiamo in casa e che parlino di noi; sfruttare condizioni meteorologiche apparentemente avverse, come il vento, per ottenere una fotografia più originale; non trascurare di immortalare i momenti tra uno scatto e l'altro, quando il soggetto è rilassato e più naturale...
Sopratutto vogliono stimolare il lettore a fotografare la routine quotidiana, a lasciarsi ispirare dalle piccole cose: documentare le cose belle della vita di tutti i giorni può aiutare ad avere un atteggiamento positivo e poi, quando fra qualche anno ci ricapiteranno in mano queste foto, ci farà piacere ricordare che cosa occupava le nostre giornate in quel periodo. 

READinstead // Pomodori verdi fritti al Caffè di Whistle Stop

In cerca di un nuovo libro, ho letto una recensione sul romanzo Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop e mi sono detta "Perché no"?! 

Whistle Stop é una piccola cittadina dell'Alabama, ma piuttosto trafficata negli anni '30 in quanto scalo ferroviario. Proprio nel centro Idgie, una donna piuttosto singolare, gestisce insieme a Ruth, un caffè che diventa punto d'incontro per personaggi diversissimi tra loro. 
La trama si sviluppa attraverso i ricordi dell'anziana signora Threadgoode e dalle sua memorie i diversi personaggi, Idgie, Ruth, Sipsey, Stump e gli altri, tornano a prendere vita. 
Si tratta di una lettura leggera, ma emergono temi di spessore e tuttora attuali: si accenna all'omosessualità, al femminismo, alla diversità fisica, alla vecchiaia e specialmente al razzismo, in un'America dove è ancora estremamente diffusa la discriminazione nei confronti delle persone di colore. 
Certo non si tratterà di un capolavoro, comunque è una lettura decisamente piacevole ed anche interessante, in cui i personaggi vengono delineati con freschezza e simpatia. 
Da leggere se si desidera un po' di svago non del tutto privo di spunti di riflessione. 
E se volete provare i pomodori verdi fritti troverete la ricetta all'ultima pagina. 

READinstead // Memorie di una Geisha

Mi è sempre piaciuto leggere, é parte della mia indole ma un po' di merito ce l'hanno anche una maestra d'italiano che ci portava sempre tanti libri e una casa con librerie strabordanti.
Nell'ultimo periodo le mie letture si sono fatte un po' più caotiche: comincio un libro poi lo abbandono per un altro che lascio al secondo capitolo per cominciarne un terzo. È una cosa che ho sempre fatto: ho sempre letto più libri "contemporaneamente" perché in un determinato momento avevo voglia di una cosa e non di un'altra (e questo non significa affatto che il libro momentaneamente abbandonato non mi piacesse!). 
Da un po' di tempo però fatico a concentrarmi sulla lettura: passo da un libro all'altro, le pagine si susseguono vorticosamente sotto i miei occhi ma poco mi rimane della bellezza delle parole.
Allora ho deciso di prendere le cose con calma. Di rallentare il ritmo. E per aiutarmi in questo proposito ho deciso di creare una nuova "rubrica" qui sul blog: ogni due mesi (impegni permettendo) mi dedicherò alla lettura di un libro che poi vi presenterò, esprimendovi il mio parere a riguardo e sperando ovviamente in uno scambio di opinioni con chi di voi l'avrà letto.
Questa nuova serie di post si intitola "Read instead" che, tradotto approssimativamente, significa "leggere invece di": leggere invece di guardare la tv, invece di navigare svogliatamente su internet...
Dedicherò un po' del mio tempo alla riscoperta della lettura. E spero che voi vogliate farmi compagnia in questo viaggio! 


Per inaugurare la rubrica vi propongo un libro che è rimasto uno dei miei preferiti: Le memorie di una Geisha. 
Il romanzo racconta la storia di Chiyo che, ancora bambina, viene venduta insieme alla sorella maggiore dal padre, troppo indigente per mantenerle. Le due bambine vengono separate, e Chiyo si ritrova a lavorare nell'okiya Nitta a Gion, il quartiere delle geishe di Kyoto.
Disperata per la sua situazione, la bambina incontra il Presidente, un uomo gentile, accompagnato da una geisha, che le compra un gelato. Ora il suo desiderio è quello di diventare una geisha per poterlo rincontrare.
Comincia quindi il suo apprendistato sotto la protezione di Mameha ed abbandona il suo nome: d'ora in poi si chiamerà Sayuri.
Sayuri è come l'acqua, "l'acqua si scava la strada attraverso la pietra, e quando è intrappolata, l'acqua si crea un nuovo varco". Chiyo non era nata per una vita da geisha, vi fu trasportata dalla corrente.
Il romanzo assume la forma di un diario, estremamente vivido e delicato, animato da personaggi indimenticabili ed umani: è il racconto di un'intera esistenza. 
La scrittura di Arthur Golden è morbida e delicata: ricca di dettagli e mai noiosa, ci apre le porte di un mondo sconosciuto, violento e fragile.

Akira

Esclusa qualche sporadica incursione nel genere, prima d'ora non avevo mai letto dei manga, ma posso dire di aver cominciato con il piede giusto leggendo Akira che (a detta anche di coloro che nel genere manga ci sguazzano da sempre) è un capolavoro. 
Akira (アキラ) è un fumetto (o manga dato che si tratta di una produzione Giapponese) di genere cyberpunk realizzato da Katsuhiro Otomo, che nel 1988 ne ha tratto l'omonimo film d'animazione.
La storia è ambientata nella città di Neo Tokyo, costruita dopo che quella che sembra essere un'esplosione nucleare ha distrutto Tokyo e dato inizio alla Terza Guerra Mondiale. 
Nel 2019 la città è luogo di corruzione e degrado, dominata da bande di teppisti e dissidenti politici.
Kaneda fa parte di una di queste bande che si sfidano con corse in moto all'ultimo sangue. Durante una di queste sfide Tetsuo, migliore amico di Kaneda, cade per evitare uno strano bambino con il viso segnato dalle rughe come quello di un vecchio. Gli elicotteri dell'esercito arrivano subito sul posto e portano via Tetsuo. 
Ma perché è intervenuto addirittura l'esercito? E che fine ha fatto Tetsuo? Kaneda comincia a farsi delle domande sugli strani fatti di quella notte. 
E mentre cerca di trovare delle risposte conosce Kay, una ragazza che fa parte della Resistenza, un'organizzazione anti-governativa venuta a conoscenza di un misterioso progetto del Colonnello (lo stesso uomo che aveva fatto portare via Tetsuo) e di una figura a esso collegato, conosciuta con il nome di Akira. 
La trama scorre fluida ed incalzante, ed ogni elemento fa parte di un unico quadro di disperazione e insensata ricerca di un potere che non si può padroneggiare.
Akira ruota intorno all'idea di personaggi dotati di poteri soprannaturali (per lo più abilità psicocinetiche), ma, al di là di questi elementi più propriamente fantascientifici, a cui vanno ad unirsi corse in moto ed armi laser, i temi trattati nei sei volumi del manga sono ben altri e ben più vari: la corruzione, l'inefficienza del governo, l'alienazione della gioventù, la diversità e la solitudine, l'amicizia. 
Proprio questa ricchezza di temi e di punti di vista rende Akira non solo un piacevole svago ma anche una lettura interessante e complessa sotto molteplici aspetti. 
Nell'omonimo film d'animazione troviamo la stessa qualità del manga, grazie anche al fatto che a realizzarne la trasposizione è stato l'autore stesso. 
Diversi fatti presenti nel manga vengono taciuti nel film, ma in compenso alcuni punti per così dire oscuri vengono chiariti nella versione d'animazione. Ciò nonostante lo spirito del manga rimane immutato, così come la trama non varia nei suoi aspetti essenziali. 
E l'unico rimpianto che si ha vedendo il film è per la caratterizzazione dei personaggi, in alcuni casi più carente rispetto a quella del manga; ma d'altra parte sulla carta i personaggi disponevano di ben maggior spazio rispetto ai 124 minuti dei loro gemelli del grande schermo. 
Akira è indubbiamente un capolavoro, ed ha lasciato un segno indelebile sia nel mondo del fumetto che in quello del cinema d'animazione, tanto che, dopo questo lavoro colossale la carriera di Otomo si è sostanzialmente bloccata, incapace di ripetersi a livelli simili.

Il Mago di Oz a Wall Street

L'altra sera ho scritto un tweet stupidissimo: riferendomi alla bufera di vento che stava imperversando, ho espresso la speranza che la casa non decollasse per poi andare ad atterrare su una qualche strega cattiva dell'est (Twitter raccoglie tutte le nostre migliori perle di saggezza...). Il riferimento è ovviamente al libro Il meraviglioso mago di Oz, che per altro non ho mai letto ma di cui conosco la trasposizione cinematografica (e per conosco intendo dire che so tutte le canzoni a memoria). Sul momento però non mi ricordavo quale delle due streghe cattive era quella che rimaneva schiacciata dalla casa di Dorothy, se quella dell'est o quella dell'ovest. Per non scrivere cavolate su un argomento tanto importante sono andata a controllare su internet e ho scoperto (e la cosa mi ha stupito) che Il meraviglioso mago di Oz, popolato di fate, streghe, scimmie volanti e spaventapasseri parlanti, sarebbe in realtà un'allegoria della politica monetaria degli Stati Uniti alla fine del 1800.
Pare infatti che nell'ultimo decennio dell'800 in America vi fu un drastico crollo dei prezzi. All'epoca la maggior parte dei contadini dell'ovest degli Stati Uniti erano indebitati con le banche dell'est (ed ecco qui le nostre due streghe) e con l'abbassamento dei prezzi vi fu un aumento dei debiti che naturalmente portò le banche ad arricchirsi a spese dei contadini. 
Per risolvere la situazione alcuni politici populisti proposero di introdurre l'argento come moneta da affiancare all'oro: in questo modo si sarebbe potuta aumentare l'offerta di moneta complessiva innescando l'inflazione che avrebbe fatto abbassare i prezzi riportandoli a livelli normali. Ma, dopo che le elezioni vennero vinte dal repubblicano William McKinley la soluzione presentata dai populisti non venne mai attuata. 
Ai lettori dell'epoca doveva dunque risultare piuttosto evidente come Dorothy incarnasse i tradizionali valori americani e come i Munchkin fossero in realtà le banche dell'est, la Città di Smeraldo immagine di Washington D.C. E così lo spaventapasseri rappresentava i contadini, l'uomo di latta i lavoratori dell'industria ed il Palazzo del Mago la Casa Bianca. 
Mentre la strada gialla su cui Dorothy si avvia, dietro indicazione dei Munchkin, non è altro che la politica economica americana. 
E poi, alla fine del suo viaggio, Dorothy scopre il potere magico delle sue scarpette d'argento (la scoperta che il colore originale era l'argento mi ha sconvolto: le scarpette rosse del musical erano ormai un classico!), d'argento proprio come d'argento avrebbero dovuto essere le monete coniate se fosse stata messa in atto la manovra economica dei populisti. 
Un'interpretazione che certo oggi non ci verrebbe in mente, ma d'altra parte forse è meglio così: meglio godersi un'avventura che scervellarsi sulle quotazioni di borsa...! ;)
Ah, mi ricordavo bene: la strega cattiva che viene schiacciata dall'indelicato atterraggio della casetta di Dorothy è quella dell'Est! 

Alice lontano dal Paese delle Meraviglie

Alice nel Paese delle Meraviglie è uno dei più strani (e vagamente inquietanti) racconti per l'infanzia mai scritti! 
Non dite di no: sognare bruchi che fumano, gatti evanescenti e di giocare a croquet con un fenicottero è innegabilmente bizzarro.
Ma lo sapevate che Alice nel Paese delle Meraviglie fu ispirato a Lewis Carroll (pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson) da una bambina realmente esistita? 
Durante un viaggio in barca a remi sul Tamigi, Alice Liddell, che allora aveva dieci anni, chiese a Charles Dodgson, amico di famiglia dei Liddell, di raccontarle una storia per intrattenere lei e le sue due sorelle. Nacque Alice nel Paese delle Meraviglie, o per lo meno un primo abbozzo delle sue avventure.
Poi la bambina insistette perché quel racconto diventasse un libro e nel 1864 Charles Dodgson completò una versione intitolata Le avventure di Alice sottoterra
La storia venne successivamente ampliata e rivista per essere pubblicata nel 1865 con il titolo di Alice nel Paese delle Meraviglie
Oltre ad avere una sfrenata immaginazione, Charles Dodgson era appassionato di fotografia e alcuni suoi scatti hanno come soggetto proprio la giovane Alice. La foto più famosa risale al 1859 ed é intitolata Portrait of Alice Liddell as the Beggar Child
Una volta cresciuta Alice Liddell divenne un'artista: pubblicò una serie di acquerelli e bozzetti e viaggiò per l'Europa in compagnia delle due sorelle. 
Si sposò con Reginald Hargreaves ed ebbero tre figli, due dei quali morti durante la prima Guerra mondiale. 
Nel 1928, a causa delle difficoltà finanziarie, dovette vendere l'esemplare che Dodgson le donò del manoscritto Le avventure di Alice sotto terra. Ma il suo alter ego del Paese delle Meraviglie non l'abbandonò a lungo: nel 1932, per festeggiare il centenario della nascita di Charles Dodgson, fu invitata negli Stati Uniti per ricevere la Laurea Honoris causa come dottore in lettere all'università della Columbia. E, poco prima di morire, riuscì ad assistere, nel dicembre del 1933, alla proiezione di Alice, film realizzato dalla Paramount.
In realtà non si sa fino a che punto Alice Liddell abbia ispirato l'Alice letteraria e Charles Dodgson, verso la fine della sua vita, avrebbe affermato che per il personaggio di Alice non si era ispirato a nessuna bambina in particolare: probabilmente l'unica influenza di Alice Liddell é stata quella di domandare un passatempo e la fantasia di Charles Dodgson ha fatto il resto immaginando le improbabili avventure di una bambina chiamata Alice per compiacere la sua piccola compagna di viaggio. 
C'è però almeno una cosa che lascia pensare che i libri le fossero almeno dedicati: nell'ultimo capitolo del libro Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò figura un acrostico, poema la cui lettera iniziale di ogni verso unita alle altre forma il nome «Alice Pleasance Liddell». 

« A boat beneath a sunny sky,
Lingering onward dreamily
In an evening of July--

Children three that nestle near,
Eager eye and willing ear,
Pleased a simple tale to hear--

Long has paled that sunny sky:
Echoes fade and memories die.
Autumn frosts have slain July.

Still she haunts me, phantomwise,
Alice moving under skies
Never seen by waking eyes.

Children yet, the tale to hear,
Eager eye and willing ear,
Lovingly shall nestle near.

In a Wonderland they lie,
Dreaming as the days go by,
Dreaming as the summers die:

Ever drifting down the stream--
Lingering in the golden gleam--
Life, what is it but a dream? »

Colpa delle stelle

























In America era diventato un caso letterario ancora prima della pubblicazione nel gennaio 2012 ed attualmente stanno lavorando alla trasposizione cinematografica.
Io, in ritardo su tutta la linea come al solito, ho letto Colpa delle stelle (titolo originale The Fault in Our Stars, riferimento alla famosa frase del Giulio Cesare di Shakespeare "La colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che ne siamo dei subalterni") soltanto ora.
Come spesso accade la copertina italiana non è così bella ed incisiva come quella originale, ma questi sono dettagli in fondo irrilevanti: l'importante sono i contenuti e l'essenziale è che siano buoni. E personalmente ho trovato questa lettura davvero piacevole, molto scorrevole ed allo stesso tempo profonda ed interessante; certo non priva di retorica in qualche passaggio, ma complessivamente vitale e attenta. 
Attribuire vitalità ad un romanzo che ha per protagonista una ragazzina, Hazel Grace, affetta da tumore alla tiroide potrebbe sembrare anacronistico, ma in questo caso non lo è: John Green riesce a raccontare la malattia, e la morte, senza compatimento e con serenità, spesso anche con ironia e leggerezza.
Hazel incontra ad un gruppo di supporto Augustus Waters, un diciassettenne ex giocatore di basket a cui è stata amputata una gamba a causa di un osteosarcoma. La ragazza gli farà conoscere quello che è il suo libro preferito in assoluto ma che rimane interrotto senza fare luce sulla sorte dei personaggi, lasciando intuire la morte della protagonista o comunque l'aggravarsi della sua malattia. I due si interrogano quindi su quello che è stato dopo, su quale è stata la sorte degli altri personaggi. 
Domande che trascendono il romanzo che ha affascinato i due protagonisti e che nascono dalla loro particolare condizione, dalla consapevolezza della morte eccezionalmente viva in loro a causa della malattia. E mentre per Hazel la maggiore preoccupazione è quella di diventare fonte di dolore per coloro che le vogliono bene, come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere anche se non si sa bene quando, Augustus è tormentato dalla voglia di lasciare un segno, un qualcosa di tangibile che ricordi il suo passaggio in questo mondo, che egli è esistito.

Citazioni

Tra una marea di altre scartoffie ho ritrovato un vecchio quaderno stracolmo di citazioni da libri, film e altro che mi ero annotata nel corso del tempo.
Alcune sono le solite frasi pretenziose da Baci Perugina, altre sono divertenti e argute, altre ancora sono decisamente stupide e mi fanno ancora ridere a rileggerle. Qualche esempio? ;)
























Non hai veramente capito qualcosa finché non sei in grado di spiegarlo a tua nonna. 
- A. Einstein

Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con la biro, l'uomo con la pistola é un uomo morto. 
- Roberto Benigni

La lunghezza di un minuto dipende dal lato della porta del bagno da cui ti trovi.
- Woody Allen

Una risata può essere una cosa molto potente. A volte, nella vita, è l'unica arma che ci rimane. 
- Chi ha incastrato Roger Rabbit?

"Mia moglie dice che i libri non sono reali."
"E Dio sia lodato per questo. Li si può almeno chiudere, dire : "Aspetta un momento". Potete farne ciò che volete. Ma chi mai è riuscito a strapparsi dall'artiglio che v'imprigiona quando mettete piede nel salotto TV?"
- Fahrenheit 451

Credo nel potere del riso e delle lacrime come antidoto all'odio e al terrore.
- Charlie Chaplin

Alice: "Stregatto tu non sei normale..."
Stregatto: "Ma chi ha detto che voglia esserlo?!"
- Alice nel Paese delle Meraviglie

Il verbo leggere non sopporta l'imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo "amare"... il verbo "sognare"...
- Daniel Pennac

Vuoi davvero essere grande? E allora devi avere il coraggio di sbagliare alla grande e di restare lo stesso in circolazione. Lascia che si chiedano cos'hai ancora da ridere! Questa è la vera grandezza per me!
- Elizabethtown 

Noi cartoni facciamo gli scemi ma non siamo mica stupidi!
- Chi ha incastrato Roger Rabbit?

McGranit: "Come mai quando succede qualcosa ci siete sempre voi tre?"
Ron: "Mi creda professoressa mi faccio la stessa domanda da sei anni!"
- Harry Potter e Il Principe Mezzosangue