È naturale che l'autore di un romanzo si affezioni pagina dopo pagina al suo protagonista. Non può quindi far altro che proteggerlo come un figlio: il suo eroe affronterà molte difficoltà, ma poi ne uscirà vincitore. Ma non è il caso di Hosseini che con Amir disegna un personaggio né vincitore né vinto: un uomo che commette errori e con gran fatica cerca di fare ammenda. A differenza di quello di altri protagonisti, il destino di Amir non è già segnato e sarà una sorpresa per lui così come per il lettore. È questo l'aspetto più bello del romanzo.
Il cacciatore di aquiloni racconta dell'amicizia tra Amir ed Hassan, sullo sfondo dell'Afghanistan degli anni '60 e '70 che impariamo a conoscere come una terra fiorente, ricca di bellezze, di contraddizioni e di gare di aquiloni. Questo prima della guerra e dell'arrivo dei talebani che l'hanno trasformato in quel luogo desolato che vediamo ogni giorno attraverso i telegiornali. Quando la situazione precipita, la famiglia di Amir lascia Kabul per rifugiarsi in America.
Molti anni dopo Amir riceverà una telefonata inaspettata che riporterà a galla i fantasmi del passato, risvegliando la sua coscienza ed il ricordo della terribile colpa di cui si è macchiato. Colpa che cambiò per sempre la sua vita e quella di Hassan.
Il cacciatore di aquiloni si è guadagnato a buon diritto il successo che lo ha reso un caso editoriale: è un libro indimenticabile!
Lo lessi un po' di tempo fa. Un libro meraviglioso. Sai cosa ti consiglio dello stesso autore? "Mille splendidi soli". Se non lo hai ancora letto, fallo! :)
RispondiEliminaGrazie per il consiglio. Lo leggerò sicuramente! :)
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