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Le parole lontane del fuoco

Per una volta ho ceduto e mi sono lasciata tentare dalla copertina. Si, lo so che l'aspetto esteriore non conta, ma qualche volta anche l'occhio vuole la sua parte ( e lo dice una che nella sua vita ha letto un  sacco di libri bellissimi con copertine a dir poco orrende...) ed ho ceduto! Ho preso un libro semplicemente perché mi ispirava, senza aver la minima idea di chi fosse l'autrice e senza averne mai sentito parlare. 
Io poi per queste cose ho un sesto senso che nella maggior parte dei casi ci azzecca, poi però ci sono anche rare volte in cui fa cilecca. Questa volta il libro prescelto è stato Le parole lontane del fuoco e se il mio fiuto non ha proprio fallito del tutto devo comunque ammettere che avrebbe potuto applicarsi un po' di più!
Il romanzo è ambientato nel piccolo paese di Prospect, a Cape Cod e la storia ruota attorno in particolare alla salina che da generazioni appartiene e viene lavorata dalle donne della famiglia Gilly. A questo sale la tradizione attribuisce anche proprietà magiche e ogni dicembre viene allestito un falò tra le cui fiamme una Gilly deve buttare una manciata di sale: a seconda del colore sprigionato dalla fiamma si potrà predire la sorte per l'anno a venire. 
Jo sembra essere nata per quel duro lavoro mentre Claire rifiuta ogni legame con la salina fino a lasciarsi brutalmente alle spalle ogni legame con il passato. Passato che però tornerà ad affiorare condizionando immancabilmente il presente. 
Pur avendo delle potenzialità la trama si riduce ad elementi triti e ritriti, tanto che il lettore può ben immaginare quale sarà il destino dei personaggi prima che questo si compia. 
Allo stesso modo i personaggi non riescono del tutto a farsi amare ed il loro comportamento rimane spesso incomprensibile (a volte illogico), elemento questo potenzialmente positivo in quanto potrebbe stimolare l'interesse nel lettore ma che viene vanificato dalla prevedibilità delle azioni che vengono fatte compiere ai personaggi. 
Il finale poi è piuttosto strambo: nelle poche pagine finali l'autrice sembra voler cancellare anni di lotte e tragedie con un happy ending in stile classico che, francamente, in questo caso avrei preferito di gran lunga non trovare. 
A questa storia manca un non so chè, un pizzico di pepe, anche se in questo caso sarebbe meglio dire di sale... 

Cosa direbbero se potessero parlare

  • iPad: non mi abbandonare soltanto perchè l'iPhone è ancora più maneggevole di me e perchè ultimamente hai poco tempo per scrivere e leggere fumetti. Io sarò sempre il tuo fedele iPad, anche quando sarò troppo vecchio per i nuovi aggiornamenti e quando la tenuta della batteria sarà ormai un ricordo!!  

  • iPod: ti supplico! Ogni tanto dammi pace! Lo so che sono stato il tuo miglior acquisto di sempre ma anche io ogni tanto ho bisogno di un poco di riposo...! 

  • Libri: non ci ammonticchiare più in pile sconnesse e pericolanti perchè quando cadiamo ci facciamo assai male. E poi compraci un segnalibro come si deve che non ne possiamo più di pezzetti di carta riciclata ripiegati su se stessi! 

  • Camera da letto: spolverami!! 

  • Scrivania: a tutto c'è un limite e tu l'hai superato da un pezzo! Ti servirebbe un tavolo gigante per tenere tutte le cose che mi scarichi regolarmente addosso!! Mettimi un po' in ordine altrimenti non saprai più dove appoggiarti.  

  • Spazzolino: ormai è giunta la mia ora. Gettami via e comprati uno spazzolino nuovo. 

  • Computer: cancella qualche cosa: sto per scoppiare! 

  • Smalti: datti pace! Ormai hai tutti i colori possibili e se ne comprerai altri poi qualcuno di noi dovrà essere gettato via per far spazio ai nuovi arrivati... 

  • Frigorifero: non serve aprirmi ogni due secondi, tanto finchè nessuno andrà a fare la spesa non ci sarà nulla di nuovo e sfizioso per merenda.

Idee per i regali di Natale

Anche quest'anno sta per arrivare il momento di scambiarsi i regali e l'unica cosa che ci permette di sopravvivere alla spasmodica ricerca del regalo giusto è la consapevolezza che il regalo giusto otterrà il sucesso finale. Ma, ahimè, "il regalo giusto" non sempre è così facile da trovare!
Qualche idea? ;)
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Buona caccia al regalo perfetto!! ;)

Indiscrete domande letterarie

Leggendo questo blog mi sono imbattuta in una sorta di test sulla lettura e, della serie non ho un tubo da fare e voglio qualche cosa di cotruttivo per passare il tempo, ho pensato che sarebbe stato carino provare a rispondere anche io a queste domande. E quindi via, si comincia! :)

1) Come scegli i libri da leggere? Ti fai influenzare dalle recensioni? 
Scelgo i libri da leggere in parecchi modi diversi: può capitare che mi vengano consigliati dagli amici, che mi ci imbatta per caso girando in libreria, che legga delle recensioni che mi incuriosiscono, che li trovi in casa, che veda un film e che mi venga voglia di leggere il romanzo da cui è tratto (o viceversa)...

2) Dove compri i libri: in libreria o online?
Più spesso in libreria, ma ho anche un e-book e non ho paura di usarlo! ;) Uso l'e-book soprattutto per quei libri che si possono scaricare gratis su siti come Liber Liber o Progetto Gutenberg. Purtroppo le case editrici non hanno ancora capito che guadagnerebbero molto di più vendendo gli e-book ad un prezzo più basso rispetto a quello dei libri cartacei...

3) Aspetti di finire la lettura di un libro prima di acquistarne un altro oppure hai una scorta?
Ho un vero e proprio cumulo di libri che leggo contemporaneamente: in base all'umore ed alla voglia del momento decido cosa leggere. E porto avanti anche decine di storie contemporaneamente, ed il bello è che mi ricordo prfettamente le trame anche a distanza di mesi! 

4) Di solito quando leggi?
Quando posso e quando ne ho voglia: prima di andare a dormire, al mattino, al pomeriggio, sull'autobus, su una panchina, prendendo il sole, facendo la coda alla posta... L'importante è sempre essere in vena ed avere il libro giusto, quello di cui si ha davvero voglia, tra le mani. 

5) Ti fai influenzare dal numero delle pagine quando compri un libro?
Ho letto Il Signore degli Anelli più di una volta...sono necessarie ulteriori risposte? ;)
 
6) Genere preferito?
Romanzo è troppo generico? Leggo davvero qualsiasi genere, solo la poesia mi sta un po' sullo stomaco se presa in dosi  massicce.
7) Hai un autore preferito?
Direi di no, comunque non uno in particolare. Di alcuni autori mi può piacere un libro ma non l'altro...

8) Quando è iniziata la tua passione per la lettura?
Per quello che mi ricordo, l'ho sempre avuta. Non saprei dire qual è stato (se c'è stato) il libro che ha fatto scattare la scintilla. Certo uno dei primi libri che ho veramente amato è stato Matilde di Roald Dahl.

9) Presti libri?
Solo se so esattamente dove andare a pescare quello a cui li ho prestati per farmeli restituire nel caso mi accorgessi che si è dimenticato di rendermeli! Mi affeziono ai libri e me ne separo con un po' di ansia; ma allo stesso tempo mi piacerebbe sempre poter condividere con gli altri un libro che mi è davvero piaciuto. I libri che non mi sono piaciuti li presto più volentieri! ;)

10) Leggi un libro alla volta oppure riesci a leggerne diversi insieme?
Come ho già detto leggo una vagonata di libri alla volta: in questo momento ho all'attivo Il più grande uomo scimmia del pleistocene, Zazie nel metro, Lo Hobbit, Mondo senza fine, Anna Karenina, Mrs. Dalloway e sicuramente qualche altra cosa che ora non ricodo. 

11) I tuoi amici/famigliari leggono?
Si, in particolare casa mia è sempre stata piena di libri e forse è anche a questo che devo la mia passione per la lettura. 

12) Quanto ci metti mediamente a leggere un libro?
Sono una lettrice piuttsto veloce: quando una storia mi prende finisco di leggere l'intero romanzo piuttosto in fretta. Per esempio ho letto Harry Potter e I Doni della Morte in due serate e vi assicuro che il poter svelare i punti salienti ai miei amici che ancora non l'avevano letto è stato un incentivo non indifferente! ;)
Ma con il fatto che leggo più libri allo stesso tempo diventa difficile dire quanto in effetti ci  metto per leggere un libro: ad esempio, parlo di diversi anni fa, avevo cominciato a leggere Dracula, ma poi mi era passata la voglia di quel romanzo (non perchè non mi piacesse, al contrario, ma semplicemente perchè in quel momento non era di quello che avevo voglia) e l'ho ripreso in mano solo un anno più tardi.

13) Quando vedi una persona che legge (ad esempio sui mezzi pubblici) ti metti immediatamente a sbirciare il titolo del suo libro?
Confesso! Di solito lo faccio! E' una specie di riflesso incondizionato. :)
14) Se tutti i libri del mondo dovessero essere distrutti e potessi salvarne uno soltanto quale sarebbe?
Se Fahreneit 451 diventasse realtà non scarterei l'idea di darmi fuoco assieme ai libri, ma per ora mi pare una decisione un po' drastica e quindi dirò Il Signore degli Anelli (di nuovo). Si, salverei Il Signore degli Anelli perché lì c'è tutto: c'è l'avventura, l'amore in tutte le sue forme, la lotta tra il bene ed il male, il coraggio, il sacrificio, la fantasia... Ok, sto parlando come un'invasata, la smetto!!

15) Perché ti piace leggere?
Di preciso? Non ne ho la minima idea! So solo che non posso non farlo! Per ogni libro c'è un motivo diverso per cui mi piace leggere.

16) Leggi libri in prestito (da amici o dalla biblioteca) o solo libri che possiedi?
Come si era già detto per i libri dati in prestito, per me il possesso è importante e quindi soprattutto la seconda. 

17) Qual è il libro che non sei mai riuscito a finire?
I vecchi e i giovani di Pirandello. Siamo stati costretti a leggerlo al liceo ed è stata una vera e propria violenza fisica! I capitoli finali sono ancora intonsi...

18) Hai mai comprato un libro solo perché aveva una bella copertina, e cosa ti attrae nella copertina di un libro?
La copertina è sicuramente un fattore importante. Quando giri senza meta precisa in una libreria una copertina di tuo gusto ti fa subito saltare all'occhio il libro. Poi però il libro deve superare l'esame successivo, ovvero la lettura della trama e magari delle righe iniziali, e se non lo supera nemmeno la copertina più bella del mondo mi farà cambiare idea. 
Quando poi ho in mente di leggere un determinato libro non mi importa un accidente della copertina: ad esempio Cime Tempestose è uno dei miei libri preferiti e ha una copertina a dir poco insignificante.  

19) C'è una casa editrice che ami particolarmente, e perché?
No, anzi la casa editrice è una delle ultime cose a cui bado, a meno che non mi serva un'edizione specifica di qualche testo. 

20) Porti i libri dappertutto (ad esempio in spiaggia o sui mezzi pubblici) o li tieni "al sicuro" dentro casa?
Ovunque. E in questo l'e-book è insostituibile!

21) Qual è il libro che ti hanno regalato che hai gradito maggiormente?
Ancora una volta, Matilde di Roald Dahl che mi era stato regalato per il compleanno da mia zia.

22) Come scegli un libro da regalare?
O sono sicura al cento per cento che il libro piacerà oppure non ne regalo. Trovo che i libri siano una cosa molto personale e quindi meglio sceglierseli da soli! 

23) La tua libreria è ordinata secondo un criterio, o tieni i libri in ordine sparso?
Le copertine sono importanti anche come mezzo d'arredamento e nella mia libreria vige il chaos cromatico! :)

24) Quando leggi un libro che ha delle note, le leggi o le salti?
Sarò onesta! A meno che non siano proprio necessarie le salto! Ma comunque i romanzi di solito non hanno note e se le hanno sono comunque brevi e indispensabili ed in questo caso le leggo. 

25) Leggi eventuali introduzioni, prefazioni e postfazioni dei libri o le salti?
Le leggo, soprattutto se il libro mi è piaciuto mi incuriosisce sapere qualcosa in più su di esso e sull'autore e avere nuovi spunti di riflessione. Però di solito leggo introduzioni, prefazioni e quant'altro dopo aver letto il romanzo in se perchè ciò mi permette di capire meglio e di farmi delle opinioni con cognizione di causa. 




Roald Dahl ha sempre ragione

Roald Dahl è uno dei miei autori preferiti di sempre, anzi, forse è stato il mio primo autore preferito perché i suoi lavori sono qualcosa di più che semplici romanzi per bambini e perché, da profondo conoscitore dell'universo umano, Roald Dahl ha sempre ragione! :)

Da Harry Potter a...

E' uscito! L'ho visto con i miei occhi!! Il nuovo libro di J.K. Rowling è in libreria, per ora solo in inglese ma dovrebbe uscire anche in italiano alla fine di quest'anno o all'inizio del 2013. Ma sinceramente penso che me ne fregherò e comprerò a breve l'edizione originale in inglese, in fondo ho letto Il Signore degli Anelli in inglese per cui non credo avrò il minimo problema a leggere questo. 
Il titolo del romanzo è The Casual Vacancy, ma probabilmente l'edizione italiana avrà un altro titolo. 
Da quel poco che ho scoperto leggiucchiando qui e lì, la trama deve essere un po' un misto tra vari generi narrativi e unisce l'elemento del giallo, con una morte misteriosa che sconvoge la cittadina di Pagford, a temi sociali come la lotta tra classi sociali, i problemi genitori-figli e i contrasti generazionali. 
Dovrebbe quindi essere un romanzo diretto esclusivamanete ad un pubblico di lettori adulti, focalizzato sull'interiorità dei personaggi. Quindi, per certi versi, meno "coreografico" rispetto ad Harry Potter, il cui tipo di narrazione ha reso possibile una facile trasposizione cinematografica. 
In realtà non so bene cosa aspettarmi da questo nuovo romanzo della Rowling e, lo ammetto, lo comprerò sulla fiducia: mi aspetto un tipo di scrittura semplice e scorrevole ma attenta ed intelligente come in Harry Potter, ma allo stesso tempo spero di trovarmi davanti qualcosa di completamente nuovo.
Ma soprattutto spero che alla Rowling (nè a nessun altro) non venga mai in mente di continuare il filone di Harry Potter, correndo il rischio di rovinare qualcosa di per se perfetto. Ma The Casual Vacancy mi fa ben sperare e mi pare che la Rowling non sia il tipo... Harry Potter può dormire sonni tranquilli!



Bookcrossing


Quante cose si scoprono camminando semplicemente per la strada!
Oggi, in Piazza Mazzini a Casale Monferrato, ho scoperto il bookcrossing! 
Il progetto consiste nella libera circolazione di volumi messi precedentemente a disposizione da privati cittadini. In parole povere, se si trova un libro che interessa lo si prende e lo si porta semplicemente a casa dove, seguendo le istruzioni sull'etichetta all'interno della copertina, lo si può registrare nell'apposito sito. In questa maniera sarà possibile seguire il percorso del libro, visto che dopo averlo letto si dovrà rimetterlo in circolazione lasciandolo in qualunque località perché altre persone lo prendano e lo leggano. 
Non so voi, ma io l'ho trovata un'idea molto carina! :)

Wuthering Heights


L'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Emily Brontë realizzato dalle regista Andrea Arnold colpisce subito per l'inusuale scelta tecnica e stilistica di girare in quattro terzi (4:3), ritagliando quindi le immagini ai margini e riducendo l'area visibile, con lo scopo di focalizzare l'attenzione sui dettagli.
Per quanto riguarda l'aspetto essenzialmente narrativo, la Arnold rimane fedele alla vicenda narrata nel romanzo: Mr. Earnshaw, di ritorno da un viaggio a Liverpool, porta con se a Wuthering Heights, la sua casa, un orfano dalla pelle scura trovato mentre mendicava per le strade della città. Il ragazzo, battezzato con il nome di Heatcliff, diventa il compagno di giochi prediletto di Catherine, la secondogenita di Mr. Earnshaw. Al contrario, Hindley, figlio primogenito di Mr. Earnshaw e fratello maggiore di Catherine, detesta e maltratta anche fisicamente Heatcliff, che subisce in silenzio ma che all'occorrenza sa volgere a proprio favore la situazione.
Quando Cathy accetta di sposare Edgar Linton, primogenito della ricca famiglia di Thrushcross Grange e giovane sensibile e di buone maniere, malgrado sia innamorata di Heatcliff, quest'ultimo decide di andarsene in cerca di fortuna. Tornerà dopo qualche anno dopo aver accumulato, non
si sa come, un'enorme ricchezza ed avendo abbandonato quello stato di degrado mentale e fisico in cui l'aveva costretto Hindley.
Heatcliff, ancora innamorato della vecchia compagna di giochi e ancora più incollerito dal desiderio di vendetta covato per tutti quegli anni, torna da Cathy, ora Mrs. Linton, per reclamarla. Cathy, devota al marito e contemporaneamente legata ad Heatcliff da un amore selvaggio e unico, muore di consunzione dando alla luce una bambina.
Nel film della Arnold la narrazione si ferma a questo punto, con Heatcliff disperato per la morte di Cathy, che viene invocata anche sotto forma di spirito. Al contrario, il romanzo di Emily Brontë prosegue con il racconto delle vicende della generazione successiva quella di Heatcliff e Catherine, su cui si ripercuotono le scelte e gli atti dei genitori, per poi chiudersi in un'atmosfera di grande serenità, con lo spettacolo dell'amore sbocciato tra due giovani sopravvissuti alla tempesta.
Il film si concentra quindi sull'amore devastante tra Heatcliff e Catherine, di cui la natura selvaggia della brughiera si fa portavoce.
Lo sguardo attento della telecamera si fissa con eguale interesse sulla vastità del paesaggio come suo piccoli particolari: un libro aperto, una piuma, un insetto che cammina su un filo d'erba, un fiore dell'albero nel giardino.
Andrea Arnold estrapola dal romanzo gli elementi essenziali e mette in scena il contesto: la natura, presente con i suoni, i colori, gli odori.
I dialoghi sono pochi, perché non necessari, e ribadiscono con le parole ciò che era già stato detto (e compreso) dalle immagini e dai gesti.
"Come il vento che batte implacabile la brughiera, così il protagonista di James Howson respira, soffia, e prende alla schiena, squassando la capricciosa e incostante Cathy di Kaya Scodelario".




Leggere per vivere

Ieri, sabato 5 maggio, è stata inaugurata la Biblioteca Cerruti Silvia presso l'Istituto Comprensivo di Moncalvo. Ve ne parlo non solo perché è un bel progetto, ma anche perché quella è stata la scuola che ho frequentato fino alla terza media e quindi mi piace vedere come sia un luogo nel quale non mancano mai delle belle iniziative. 
La biblioteca, che oltre alla sezione Cerruti Silvia comprende anche la sezione per bambini Duso Serena (dedicata ai bambini più piccoli delle elementari), è ormai attiva da qualche mese e comprende un totale di oltre duemila libri, dei quali più di un centinaio sono attualmente in prestito.
La gestione del prestito dei libri avviene online e ciò rende possibile consultare, prenotare e prendere in prestito i libri della biblioteca anche per gli studenti degli altri paesi le cui scuole rientrano nell'Istituto Comprensivo di Moncalvo. 
Inoltre la biblioteca, grazie alla disponibilità dei professori, ha ogni giorno (escluso il lunedì) un orario di apertura durante il quale gli alunni possono restituire i libri presi in prestito, prenderne di nuovi, curiosare tra i volumi, ed eventualmente decidere di non prendere nulla. 
Secondo me il bello della biblioteca è proprio questo: non c'è nessuna imposizione. Ai bambini non viene imposto un tot di libri da leggere, quali libri leggere o cose di questo tipo (che molto spesso servono solo a far passare la voglia di leggere), ma possono scegliere in completa autonomia quali e quanti libri leggere, esattamente come in una qualsiasi biblioteca. 
Per sostenere la neonata biblioteca è stato anche realizzato il progetto Primavera del Libro, che consisteva nella possibilità di acquistare presso le cartolibrerie di Moncalvo e quindi donare alla biblioteca uno o più libri, con la possibilità di personalizzarli con una dedica. Il successo dell'iniziativa è andato oltre le aspettative ed alla  alla data del 5 maggio sono pervenuti alla Biblioteca Cerruti Silvia con sezione per bambini Duso Serena ben 148 volumi
Lo scopo è non solo quello di permettere ai ragazzi di imparare come funziona una biblioteca e di invogliarli alla lettura, ma è anche quello di far si che diventino dei lettori autonomi e consapevoli, in grado di trovare le proprie letture con l'istinto, che nel lettore abituato diventa quasi sempre infallibile.





The Help

La scorsa settimana sono entrata in una libreria con la voglia incontrollabile di comprare un nuovo libro. Mi sono fidata del mio istinto e ho preso The Help perché "mi ispirava". 
Le voci narranti del romanzo (e protagoniste) sono tre: Aibileen Clark, domestica afro-americana che ha trascorso la vita a crescere i figli delle famiglie presso cui era a servizio e a cui, ironia della sorte, è da poco morto l'unico figlio; Minny Jackson, la migliore amica di Aibileen, licenziata più volte dal suo impiego di domestica per il suo caratteraccio malgrado il bisogno costante di denaro per mantenere la sua numerosa famiglia; e Eugenia "Skeeter" Phelan, una giovane ragazza bianca neo-laureata con il sogno di fare la scrittrice. 
Dopo la laurea, conseguita nell'estate del 1962, Skeeter torna nella sua città natale, Jackson, nel Mississippi e rimane sconvolta nello scoprire che Constantine, la governante di colore che l'ha cresciuta, e a cui è legata da profondo affetto, non lavora più presso la sua famiglia. E nessuno le vuole dire che cosa le sia accaduto.
Il sogno di Skeeter di diventare scrittrice la porta ad intraprendere un progetto molto pericoloso che scuoterà la società razzista di Jackson: con l'aiuto di Aibileen e di Minny (che prima opporrà qualche resistenza ma che poi sarà quella che si metterà più in pericolo per salvare le altre), Skeeter scrive un libro che racconta cosa vuol dire essere una donna di colore a servizio in una famiglia di bianchi nel sud degli Stati Uniti negli anni sessanta. 
Ma per realizzare il suo progetto Skeeter ha bisogno dell'aiuto di numerose coraggiose donne di colore, oltre a Minny ed Aibileen, che le raccontino la loro esperienza di domestiche in modo che poi lei possa rielaborare questi racconti (stando anche bene attenta a cambiare i nomi delle persone e dei luoghi).  
Dai racconti di queste donne emerge una realtà difficile e contraddittoria: da una parte ci sono delle leggi razziste che impediscono ai neri di entrare nelle biblioteche, nelle scuole e nei locali dei bianchi e alle domestiche di colore di usare lo stesso bagno dei padroni e di pranzare al loro stesso tavolo; dall'altra parte c'è però il profondo affetto che lega i bambini bianchi alle loro tate di colore e la generosità di una padrona bianca che porta tutti i giorni un pasto caldo alla sua domestica quando deve rimanere per un periodo a casa per prendersi cura del nipote rimasto cieco dopo essere stato aggredito da un gruppo di bianchi razzisti. 
Lavorando fianco a fianco Skeeter, Aibileen e Minny imparano a conoscersi e danno prova della forza che può scaturire dal sostegno reciproco. 
The Help tratta sicuramente un tema importante e complesso, ma riesce a presentarlo in maniera piacevole, lasciando spesso spazio all'ironia (non si può non ridere nello scoprire come Minny si sia, giustamente, vendicata della sua ex padrona Hilly, tipica donna del sud degli anni sessanta con la testa imbottita di pregiudizi razzisti e di una buona dose di ignoranza e cattiveria).
Devo dire che neanche questa volta il mio intuito nella scelta dei libri mi ha tradito!! 

“Siamo semplicemente due persone, e non sono molte le cose che ci separano. Molte meno di quanto si pensi.”

Stoner

William Stoner era nato nel 1891 a Booneville, Missouri. I suoi genitori erano agricoltori con il volto segnato dal duro lavoro nei campi e Stoner fin da bambino li aveva nei lavori domestici, mungendo le mucche, dando da mangiare ai maiali e raccogliedo le uova.
Nel 1910 Stoner si iscrisse all'Università del Missouri e, conseguito il dottorato in Filosofia, vi rimase ad insegnare fino al 1956, anno della sua morte. 
Ecco, la vita di William Stoner è tutta qui, concentrata nelle poche righe iniziali del romanzo: non si allontanò mai dalla propria casa, mantenne lo stesso lavoro per tutta la vita, per quasi quarant' anni fu infelicemente sposato alla stessa donna, ebbe solo due amici. Una trama un po' scarna per un romanzo... Ma come fa notare Peter Cameron nella postfazione del romanzo (che mi ha ispirata per la scrittura di questo post) "la verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura può fruttare una straordinaria messe letteraria". Ed è sicuramente il caso di Stoner
John Williams, con una scrittura scorrevole e lineare, ma attenta ad ogni dettaglio, riesce ad esplorare con delicatezza alcuni degli interrogativi più sconcertanti che tutti, prima o poi, siamo chiamati a porci: che senso ha la vita? Che cosa vuol dire amare? 
E ci si affeziona al personaggio di Stoner malgrado i suoi difetti, perché è uno come tanti, è come noi, siamo noi. Ed è con un certo senso di frustrazione che lo si guarda attraversare la sua vita in maniera tanto passiva. Lo si vorrebbe incitare a reagire, a non accettare che la moglie Edith lo scacci dal mondo di sua figlia come lo aveva scacciato dal suo studio per isolarlo nella prigione della veranda, a non accettare i soprusi del collega Lomax che gli rendono la vita lavorativa umiliante, a non rinunciare all'amore per Katherine Driscoll che entra nel romanzo in punta di piedi per occuparne poi la parte più importante. 
Nelle ultime pagine del romanzo mi sono ritrovata a commuovermi senza sapere esattamente perché. Forse perché la vita di ognuno di noi, come quella di Stoner, deve prima o poi arrivare all'ultima pagina e voltata anche quella non resta che il silenzio. 



Guglielmo Scilla alla Feltrinelli

Sapete chi è Guglielmo Scilla, vero? Bè, per chi ancora non lo sapesse è un ragazzo che circa quattro anni fa ha aperto il proprio canale YouTube con lo pseudonimo di Willwoosh raggiungendo qualcosa come 300.000 visualizzazioni per ogni singolo video. Insomma, nel giro di un anno è diventato una vera e propria star del web. E più di recente ha anche aperto un secondo canale in cui inserisce video "più scialli" come li definisce lui stesso.
Successivamente diventa conduttore radiofonico del programma A tu per Gu su Radio Deejay.
Adesso è in libreria con il suo primo libro 10 Regole per fare innamorare, scritto a quattro mani con l'amica Alessia Pelonzi
Siccome trovo che i suoi video siano molto divertenti e anche il programma radio non è niente male (anche se purtroppo non riesco quasi mai a sentirlo in diretta e quindi mi scarico i podcast) sono stata contenta di scoprire che era prevista per il 12 marzo un incontro con lui alla Feltrinelli di Genova.
E così questo pomeriggio mi sono avviata verso la Feltrinelli canticchiando mentalmente la sigla di A tu per Gu. Pur essendo arrivata discretamente in anticipo ho trovato già un sacco di persone che aspettavano ed essendo finiti i posti a sedere, sono rimasta in piedi, ma per fortuna in un punto con una buona visuale. 
Guardandomi intorno mi veniva da ridere perché rispetto all'età media del pubblico ero praticamente una vecchia (e notare che ho solo 21 anni, non duecento): erano quasi tutte adolescenti e femmine, inframezzate da qualche raro rappresentante dell'altro sesso. 
Quando poi è arrivato, Guglielmo ha risposto simpaticamente, insieme ad Alessia Pelonzi ed a Cristiano Bordone (regista dell'omonimo film con protagonista Guglielmo) alle domande che venivano poste, raccontando divertenti aneddoti, per esempio di come sia entrato in possesso della sua prima parrucca. Il fratello doveva fare la maturità e siccome non sapeva niente avevano ideato un piano fantastico: tramite un'auricolare Guglielmo, sulla macchina fuori da scuola, gli avrebbe suggerito le risposte esatte. Ma il fratello di Guglielmo aveva i capelli corti ed era quindi necessario trovare il modo per nasconderle l'auricolare: ed ecco la parrucca! Una molto verosimile parrucca di lunghi capelli neri con frangetta! Inutile dire che il piano non è poi stato messo in pratica (malgrado la sua genialità). 
Oppure di quando Guglielmo e Alessia hanno finto di essere inglesi per reggere il gioco ad una loro amica che per fare colpo su un ragazzo aveva finto di essere una tipa mega ricca, strafiga e naturalmente con degli amici strafighi (ed è qui che sono entrati in gioco Guglielmo e Alessia). Chissà se il tipo c'è cascato, visto che Gugliemo, dimenticandosi dei nomi precedentemente stabiliti, si è presentato con un italianissimo "ciao, io sono Guglielmo"...
Insomma, è stato molto divertente!
Venuto poi il momento di farsi autografare il libro le adolescenti che mi circondavano sono come impazzite! E più passava il tempo (c'era parecchia gente e si è dovuto aspettare un bel po') più sembravano in preda ad un raptus! Quelle in fila davanti a noi (più tardi mi ha poi raggiunto Gianluca) erano addirittura tarantolate!! In confronto io avevo lo stesso entusiasmo di uno che è in fila alla posta. 
Comunque alla fine siamo riusciti anche noi ad avere la nostra copia autografata (e io credo anche un bel paio di vene varicose per quanto sono stata in piedi oggi e nei giorni scorsi)! 
E a proposito di autografi, mi viene in mente che dovrei cercare di elaborare una firma davvero figa, io che ho una calligrafia orrenda, per quando sarò famosa e vincerò l'Oscar! La mia firma è davvero troppo banale!!









Mentre aspettavo che Blogger mi caricasse le foto mi sono messa a leggere 10 Regole per fare innamorare. Sono arrivata solo a pagina 22 e malgrado io sia nella seconda categoria identificata nelle prime pagine del libro, cioè di quelli che hanno comprato il libro pieni di fiducia soltanto perché l'ha scritto Willwoosh, posso dire sinceramente che promette bene e che si presenta subito come un libro divertente ed ironico sulle gioie ed i dolori dell'amore.

La chimera

L'11 settembre 1610 Antonia venne accusata di stregoneria e arsa viva nel paese di Zardino, nel novarese.
L'autore, servendosi di una finzione letteraria simile a quella usata da Manzoni in apertura dei Promessi sposi, ci racconta la storia di Antonia di cui è venuto a conoscenza grazie al fortuito ritrovamento degli atti del processo che si tenne nei confronti della strega di Zardino. 
Ma la storia di Antonia diventa quasi un pretesto per realizzare un affresco, attento e a tratti aspramente ironico, della società seicentesca italiana, con le sue contraddizioni e superstizioni. 
Del carattere della protagonista infatti poco si sa: era di una bellezza notevole, con lunghi capelli neri e un neo sul labbro superiore ed aveva un temperamento riflessivo. Ma di quello che pensava e provava esattamente nel periodo di prigionia, durante le torture e il processo e, ancora prima, nella sua casa di Zardino non è dato sapere. Del resto negli atti processuali non si indulgeva certo in un'accurata descrizione del carattere della strega sotto accusa (e, di solito, condannata fin dall'inizio). E quindi quello che aveva in animo Antonia ce lo possiamo solo immaginare. 
Molto accurata è invece la descrizione del mondo, della realtà in cui Antonia visse. Dalla nebbia del passato vengono fatti riemergere personaggi a volte comici e persino grotteschi, a volte colmi di tristezza. E attraverso questi personaggi emergono dei modelli umani, che nel caso specifico si muovono in un contesto sociale seicentesco, ma che continuano ad essere attuali. 
E la vita umana viene vista in modo sostanzialmente pessimista, in una storia che non prevede vincitori, né buoni né cattivi in senso assoluto perché ognuno ha le proprie colpe, i propri peccati. E ognuno è vinto dalla vita stessa. 
Per questo romanzo storico Vassalli vinse nel 1990 il Premio Strega e il Premio Selezione Campiello: ulteriore conferma del fatto che si tratta di un pezzo di rara bravura di cui vi consiglio la lettura.

"Per cercare le chiavi del presente, e per capirlo, bisogna uscire dal rumore: andare in fondo alla notte, o in fondo al nulla, magari laggiù, un po' a sinistra e un po' oltre il secondo cavalcavia, sotto il "macigno bianco" che oggi non si vede. Nel villaggio fantasma di Zardino, nella storia di Antonia. E così ho fatto."

Matilde

Qual è stato il primo libro di cui vi siete letteralmente innamorati?
Il mio primo amore letterario è stato senza dubbio Matilde di Roald Dahl! E penso che tutti quelli che l'hanno letto saranno d'accordo con me nel dire che è un libro fantastico.
A renderlo così speciale è Matilde, la piccola protagonista del romanzo. Matilde è una bambina molto, molto speciale: a tre anni ha imparato a leggere da sola ed a quattro anni ha già letto tutti i libri della biblioteca pubblica (e non solo quelli per bambini). Tutto questo malgrado i suoi genitori che la maltrattano spesso, quando non l'ignorano del tutto: il padre rivenditore disonesto di auto usate e la madre fissata del bingo. 
In Matilde, i cui unici amici sono i libri attraverso cui vive fantastiche avventure, si insinua poco alla volta la sovversiva idea che i bambini possano punire i genitori, quando si comportano male. E così il signor Dalverme si ritrova con il cappello incollato alla testa e con la casa invasa dai fantasmi.
Quando finalmente Matilde riesce a convincere i suoi genitori ad iscriverla alla prima elementare si annoia talmente (perché già troppo avanti rispetto ai compagni) che la sua intelligenza deve pur manifestarsi in qualche modo: così le esce dagli occhi. Quando si concentra, gli occhi di Matilde diventano incandescenti e da essi si sprigiona un potere magico, espressione delle potenzialità nascoste del cervello umano di cui utilizziamo solo una minima parte.
Grazie a questo suo potere Matilde riuscirà ad avere la meglio sulla perfida direttrice, la signorina Spezzindue, che punisce gli alunni chiudendoli nello Strozzatoio o usandoli per allenarsi nel lancio del martello.
Andando a scuola Matilde conoscerà anche la signorina Dolcemiele, maestra nella classe di Matilde, e imparerà che non tutti gli adulti sono cattivi e che cosa si prova ad essere amati.
Insomma, Roald Dahl sembra volerci dire che l'intelligenza e la cultura, unite ad un po' di fantasia, sono le uniche armi che si possono usare contro l'ottusità, la prepotenza e la cattiveria.
E mi sembra che questo sia davvero un grande insegnamento!







L'educazione delle fanciulle: dialogo tra due signorine perbene

Franca Valeri e Luciana Littizzetto dialogano sull'universo femminile. 
Ognuna delle due vivifica la discussione con il suo personalissimo stile e con la sua esperienza personale. 
Franca Valeri, adolescente negli anni Trenta, racconta com'era essere donna in quell'epoca e come una donna cresciuta in quel periodo, con un certo tipo di educazione e di modelli, vede le donne di oggi. 
Luciana Littizzetto, adolescente negli anni Settanta e proveniente da un diverso background rispetto a Fanca Valeri, parla delle donne di oggi, fornendo il quadro di come sia cambiato l'universo femminile nel giro di poi non molti anni. 
I temi trattati sono molti, e forse ce ne sarebbero ancora tanti altri di cui si potrebbe discutere (a riprova della complessità dell'universo femminile), partendo dall'amore, primo obiettivo della fantasia femminile.
Anche il tema del sesso viene affrontato senza troppi peli sulla lingua.
Va da se che l'altro tema centrale è quello del rapporto uomo-donna: primo amore, primo appuntamento, primo bacio, matrimonio...
E come diretta conseguenza del rapporto uomo-donna (chissà perché uomo viene prima di donna...) non può mancare il rapporto donna-suocera. 
Ho trovato particolarmente belle le pagine in cui la Littizzetto racconta la propria esperienza di madre: vi è una particolare dolcezza, unita alla consueta dissacrante ironia che le è propria.
L'educazione delle fanciulle invita a riflettere sulla vita, affrontando temi seri con il sorriso, coniugando opinioni a volte diverse da cui si capisce che a dialogare sono, in ogni caso, due signorine perbene

"Invece io penso che una cosa che piace molto alla donna è qualcuno che le chieda: come stai? Tutto lì. A me quello che mi manca di più al mondo è proprio uno che mi chieda come sto. perché sono sempre io a chiederlo agli altri e a occuparmi del loro benessere. Sarò banale, una femminuccia vanitosa, ma mi piacciono anche i complimenti piccoli, tipo, non so: stai bene pettinata così o come sei carina oggi. Quelle robe facili, che sembrano sciocche, ma il realtà fanno." 

"La semplificazione penalizza il ricordo, che è un curioso laboratorio mentale che si compiace delle piccole cose."

Colazione da Tiffany

Avendo sempre amato il film Colazione da Tiffany con Audrey Hepburn, non ho esitato a comprare il libro di Truman Capote da cui è tratto quando l'ho visto in bella mostra sullo scaffale di una libreria.
A essere sincera, però, il libro mi ha deluso un pochino: trovo che alla Holly del romanzo manchi l'allegra malinconia datale dalla Hepburn che l'ha resa un personaggio indimenticabile.
Ma a deludermi é stato soprattutto il finale che è diverso da quello del film e che non appaga le mie fantasticherie romantiche.
Detto questo, rimane comunque un romanzo piacevole e molto veloce da leggere.

Un giorno

Emma e Dexter si incontrano per la prima volta il 15 luglio 1988, l'ultimo giorno di università, quando sta per cominciare una nuova epoca. 
La loro vita ci viene narrata attraverso le cose che capitano loro il 15 luglio di ogni anno, che per loro rimarrà una data importantissima.
Emma e Dexter sono due persone molto diverse: Emma è insicura, inconsapevole della sua bellezza, adora le questioni di principio e i grandi ideali e fatica molto per trovare la sua strada nella vita; Dexter invece è bello e sicuro di se, ricco e donnaiolo.
Per venti anni si inseguiranno, tenendosi in contatto, raccontandosi ogni cosa, pensando all'altro con nostalgia e desiderio, senza poter mai dire a se stessi che è vero amore.

Dal romanzo è stato tratto l'omonimo film che ha per protagonisti Anne Hathaway (secondo me davvero perfetta per la parte) e Jim Sturgess. Non vedo l'ora di vederlo, anche perché il regista è lo stesso di An education, altro film che mi è piaciuto moltissimo.  



" Vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo, di solito il consiglio era questo, ma chi aveva l'energia sufficiente per farlo? E se pioveva o eri di cattivo umore? Era poco pratico, tutto qui. Molto meglio cercare di essere buoni e coraggiosi e audaci e cambiare le cose in meglio. Non proprio cambiare il mondo, ma il pezzettino di mondo intorno a te. Esci allo scoperto con la tua passione e la tua macchina da scrivere e impegnati al massimo per...qualcosa. Magari cambia la vita degli altri con l'arte. Coltiva le amicizie, non tradire i tuoi principi, vivi intensamente, appassionatamente. Apriti alle novità. Ama e fatti amare, se ti capita la fortuna. "

Verso l'Isola che non c'é

Sarebbe veramente troppo sbrigativo definire Peter Pan soltanto una favola per bambini, perché Peter Pan riesce a far sognare gli adulti così come i bambini.
Anche se ormai siamo cresciuti ci ritroviamo sempre impauriti ed allo stesso tempo incuriositi dal perfido Capitan Uncino, a divertirci con i Bimbi Sperduti, con l'orecchio teso in attesa del coccodrillo che aveva ingoiato una sveglia, commossi dalla morte di Campanellino e affascinati da Peter Pan.
J.M. Barrie, con l'eleganza e la magia del suo stile, è riuscito a dare vita al mondo meraviglioso che si cela dentro ognuno di noi, ma che purtroppo crescendo cominciamo a dimenticare. Ma per fortuna la strada per l'Isola che non c'è non è difficile: un pensiero felice che ti sollevi in aria e poi dritto fino al mattino!

Il mondo di Sofia


Ho appena finito di leggere "Il mondo di Sofia", un romanzo sulla storia della filosofia.
L'eccentrico filosofo Alberto Knox coinvolge la quindicenne Sofia Amundsen in un corso di filosofia per corrispondenza. Alberto guida Sofia attraverso secoli di pensiero filosofico, da Democrito a Freud.
Allo stesso tempo però "Il mondo di Sofia" racconta la storia di Hilde Moller Knag, che riceve in regalo per il suo quindicesimo compleanno un romanzo scritto dal padre che racconta la storia di Sofia Amundsen.
Di questo romanzo mi è piaciuta molto la parte filosofica, cioè quella in cui Alberto Knox spiega a Sofia il pensiero dei vari filosofi. I vari concetti sono spiegati in modo chiaro e ben comprensibile.
Invece mi sono piaciute meno le parti dedicate alle vite di Sofia ed Hilde, e per essere sincera non credo di avere capito del tutto il modo in cui si sono sviluppati gli eventi, anche se ho varie teorie a riguardo. Forse una seconda lettura, fatta con un po' più di concentrazione (il romanzo l'ho finito a notte fonda dopo una giornata piuttosto stancante), potrebbe aiutare a chiarire i punti oscuri.
Comunque consiglio la lettura di questo romanzo perché trovo utile e interessante conoscere gli aspetti fondamentali della filosofia, e un romanzo è sicuramente un modo più divertente per avvicinarsi alla filosofia rispetto ad un libro scolastico.