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TUTORIAL PER BLOGGER ALLE PRIME ARMI

tutorial, blogger, grafica, HTML, blog, design



Quando ho cominciato questo blog non sapevo assolutamente niente di grafica, CSS o HTML. Ma il titolo andava centrato, il font ingrandito e la colonna laterale organizzata. Provando ho imparato a fare tutto ciò che mi serviva, e le conoscenze acquisite mi sono tornate utili anche in altre circostanze. 
Un grande aiuto mi è venuto da internet e da altri blogger: seguendo i loro consigli sono riuscita a migliorare la grafica e a risolvere vari piccoli problemi. Consapevole dell’importanza che hanno avuto per me, ho stilato una lista di tutorial (testati personalmente) che potrebbero tornare utili a chi sta costruendo il proprio spazio online.

PS: questo blog è ospitato su Blogger. Per questo motivo alcuni dei tutorial qui sotto elencati si riferiscono a questa specifica piattaforma.

5 facili regole di SEO >>> 

Inserire un menu a tendina in Blogger >>> 

Installare Disqus su Blogger >>>

Centrare il titolo del blog (Blogger) >>> 

Personalizzare il link “Continua a leggere” di Blogger >>> 

Personalizzare i titoli dei widget >>> 

Come creare un bottone cliccabile >>> 

Personalizzare barra di ricerca e widget “segui tramite e-mail” (Blogger) >>>

Aggiungere una linea che separa l’area dei post dalla barra laterale >>> 

Personalizzare i font usando quelli messi a disposizione da Google Fonts >>>

Ridimensionare in modo automatico tutte le immagini perché si adattino all’area dei post >>>

Aggiungere un’immagine o una linea che separi i post tra di loro >>>

Cambiare colore alla scrollbar >>>

Integrare icone e immagini al menù di navigazione (Wordpress) >>> 

Rendere accessibile il blog dalla home dello smartphone >>>

Inserire icone con link ai vari social network >>>

Centrare la barra del menù di navigazione (Blogger) >>>

Come mostrare un widget nella versione mobile di Blogger >>>

Integrare Pinterest al blog con un bottone Pin-it a scomparsa >>>

I 10 CONSIGLI DI JOSS WHEDON PER SCRIVERE UNA SCENEGGIATURA

Joss Whedon, scrittura, sceneggiatura, consigli

Firefly, Buffy l’ammazzavampiri, Avengers, Dr. Horrible's sing-along blog… Tutta roba scritta da Joss Whedon. Quando uno capace come lui si mette a parlare di sceneggiatura è utile stare un attimo ad ascoltare. Ne possono uscire, come in occasione di un’intervista del 2006, consigli interessanti non solo per gli sceneggiatori, ma per chiunque voglia cimentarsi con la scrittura.

1. FINISCI QUELLO CHE STAI SCRIVENDO 
Sembra banale, ma chiunque si sia cimentato nella scrittura di una qualsiasi cosa sa che le probabilità di arenarsi a metà del lavoro sono altissime. Whedon giustamente consiglia di buttare giù una prima stesura senza interruzioni. Dopodiché si può (anzi, si deve) tornare indietro a correggere, con la tranquillità di sapere in che direzione sta andando la propria storia.

2. LA STRUTTURA È FONDAMENTALE 
Per non procedere a casaccio è necessario avere una struttura. Ogni elemento della storia deve trovarsi al punto giusto. Diagrammi, scalette, appunti, grafici, penne colorate, evidenziatori… usa pure tutto ciò che ti può essere d’aiuto.

3. DEVI AVERE QUALCOSA DA DIRE 
È raro trovare un film che abbia un’idea alla base e non sia solo un insieme di espedienti per passare da una scena all’altra. Per evitare che la propria storia finisca nel lunghissimo elenco di film che non parlano di ciò di cui pretendono di parlare, dobbiamo porci costantemente la domanda “che cosa voglio dire?” e quindi fare in modo di veicolare efficacemente questi contenuti.

4. TUTTI I PERSONAGGI HANNO UNA RAGIONE D’ESISTERE 
Ogni personaggio, come ogni essere umano, ha una prospettiva, una personalità. Perciò bisogna fare in modo di rendere ciascun personaggio un individuo, dal protagonista all’ultima delle comparse. Non devono necessariamente parlare, ma se tu scrittore non sai chi sono i tuoi personaggi allora sei nei casini.

5. ELIMINA CIÒ CHE AMI 
Se qualcosa non funziona, eliminalo. Quando sei bloccato e non sai come risolvere la situazione, prendi la tua scena preferita o la tua idea migliore e cancellala. È un esercizio estremamente liberatorio, dice Whedon. Se l’idea era davvero buona probabilmente ritornerà, altrimenti ti sarai liberato di un paragrafo non così bello come ti era sembrato.

6. ASCOLTA 
Anche la persona più sciocca nella stanza potrebbe avere la giusta idea. Per questo è bene cercare consiglio e ascoltare.

7. PREVEDI LA REAZIONE DEL PUBBLICO 
Lo scrittore deve pensare mettendosi nei panni del pubblico e agire di conseguenza. Lo spettatore va al cinema e dopo un po’ può accorgersi oppure no di avere il sedere intorpidito. Se lo sceneggiatore ha fatto bene il proprio lavoro non se ne accorgerà.

8. SCRIVI COME UN FILM 
Direttore e produttori leggendo un copione si domanderanno inevitabilmente “come sarà questa cosa sul grande schermo?”. Scrivendo la sceneggiatura in modo da dare un’impressione precisa di come sarà il film si semplificherà il lavoro di tutti.

9. NON ASCOLTARE 
In aperto contrasto con il consiglio numero sei, ora ci viene consigliato di non ascoltare. All’interno dell’industria cinematografica le cose migliori, soprattutto negli ultimi anni, sono arrivate quando si è riusciti ad “aggirare il sistema”. Whedon fa l’esempio di registi come Paul Thomas Anderson e Wes Anderson che, facendo qualcosa di estremamente personale, sono riusciti a lasciare il segno. Dunque è bene difendere le proprie idee e rimane fedeli a se stessi, soprattutto quando si lavora in un industria come quella del cinema, che, specialmente in America, tende a fare le cose con lo stampino.

10. NON SVENDERTI 
Whedon afferma di aver sempre fatto in modo di non trovarsi mai nella condizione di accettare un lavoro solo perché doveva. Dal punto di vista etico e morale mi trovo completamente d’accordo. Sfortunatamente nel mondo reale le probabilità di diventare un Joss Whedon sono scarse. Arrivare ad avere la possibilità di scegliere è difficile ed è pieno di gente costretta ad accettare un lavoro quando glielo propongono. Certo è che se riesci a trovare qualcosa che ti appassiona, allora hai concrete possibilità di fare qualcosa di veramente buono.

SCRIVERE VUOL DIRE SEMPLIFICARE

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<< La chiarezza del pensiero diventa chiarezza nella scrittura >>, dice William Zinsser nella sua guida alla buona scrittura
Con il tempo e con l’esperienza ho compreso il pregio di una prosa lineare, che prende per mano il lettore, invece di sommergerlo. 
Andando avanti con gli studi, ci si imbatte spesso in saggi e manuali dalla prosa contorta. << La nostra tendenza nazionale è quella di ingigantire le cose per farle apparire più importanti >>, dice ancora Zinsser. Lui è americano, noi italiani, ma l’essenza delle cose non cambia. 

Il primo passo verso un testo semplice e chiaro è di aver ben in mente perché si scrive. Questo ci si dovrebbe chiedere prima ancora di accendere il computer. “Che cosa voglio dire?”. Così si pongono dei punti cardine per la prima stesura. Poi si procede “di getto”, fissando le proprie idee. E nulla vieta di cambiare strada in corso d’opera. 

Occorre fare una precisazione. Semplice non vuol dire banale. Abbassare l’asticella della difficoltà è un errore, senza contare che a nessun lettore piace essere trattato da stupido. Un libro di filosofia può essere scritto in modo semplice pur condensando le idee dei più grandi pensatori sull’universo e sulla natura umana. 

Secondo Zinsser la fase più importante del processo di scrittura è la correzione, e io non potrei essere più d’accordo perché da quando vi dedico più tempo e attenzione la qualità dei miei testi è molto migliorata. 
Frasi da limare, parole da sostituire, interi paragrafi da spostare o cancellare... Rivedere il testo significa cesellare, togliere il superfluo
È questo che un vero scrittore deve imparare a fare. << Semplificare, semplificare >>

PODCAST: CONSIGLI PER L'ASCOLTO

Le notifiche mi ricordano che ho cinque episodi da ascoltare. Questa settimana sono rimasta un po’ indietro con l’ascolto dei podcast. Mi rimetterò in pari sul treno o in autobus. In fondo preferisco i podcast alla radio proprio perché è possibile ascoltarli quando si vuole.

C’è n’è un po’ per tutti i gusti, ma questi sono i podcast per me più belli:

FANTASCIENTIFICAST Phaser a portata di mano e spada laser alla cintura? Fantascientificast è il podcast fatto apposta per noi appassionati di Star Trek e Star Wars. Ogni episodio è diviso in diverse rubriche all’interno delle quali si chiacchiera dei più vari aspetti della fantascienza. Si discute delle novità e si riscopre la fantascienza classica, dai romanzi ai film, dai videogiochi ai fumetti. La puntata 71 è l’ideale per cominciare l’ascolto, con l'annuncio di un blog nuovo di zecca.

EASY APPLE Il podcast si occupa di ogni tema legato al mondo Apple approfondendone pregi e difetti. Si parla di applicazioni, programmi, novità e accorgimenti per sfruttare al meglio i nostri dispositivi. Non è necessario essere super esperti di tecnologia per godersi l’ascolto.

DIGITALIA I conduttori si uniscono una volta alla settimana in una conversazione che sfiora ed approfondisce ogni ambito della tecnologia, dal software ai social network. È una trasmissione piacevole ed accessibile anche per un pubblico meno esperto che vuole approfondire le sue conoscenze.

TALKING COMICS Podcast in inglese dedicato al vastissimo universo dei fumetti. Vengono presentati e recensiti gli albi usciti in settimana (in America), ma si parla anche di film, di classici del fumetto e scoperte casuali. Il tutto con il tono leggero di una chiacchierata tra quattro amici nerd al bar.

IL DISINFORMATICO Internet è ricco di tranelli, o se volete di troll. Il Disinformatico ci aiuta con ironia a superare indenni i rischi del web.

THE MORE YOU NERD << Expanding your nerd horizons >>. Qui si chiacchiera di film, videogiochi, fumetti, film tratti da fumetti, di serie tv… Come dei bravi nerd. Io ne approfitto anche per rispolverare un po’ il mio inglese.

THE MISSFITS Podcast dedicato a tutto ciò che è geek (film, fumetti, serie tv, romanzi...), visto dalla prospettiva femminile delle conduttrici.

RICCIOTTO Il cinema raccontato da appassionati che ci hanno anche lavorato come giornalisti e critici. L’acume con cui i film vengono raccontati e analizzati è il suo punto di forza, perché fornisce gli strumenti per accedere a chiavi di lettura nascoste o inusuali che, secondo me, sono il vero divertimento del cinema. Adatto a tutti gli appassionati.

WOMEN OF MARVEL PODCAST Quattro professioniste della Casa delle Idee discutono delle novità Marvel, ma non solo. Ci sono le interviste, per esempio a Katee Sackhoff e più recentemente ad Hannah Murray e Deborah Ann Woll, attrici rispettivamente in Game Of Thrones e Daredevil. Spesso partecipano al podcast illustratrici, costumiste, scrittrici... È interessante perché lasciano intravedere il dietro le quinte di una grande casa di produzione come la Marvel.

METRO I podcast impostati come una bella chiacchierata sono i miei preferiti. Sicuramente sono quelli più stimolanti perché durante la conversazione emergono punti di vista e opinioni diverse che spingono ad approfondire la questione. Questo è appunto l’obbiettivo di Metro, una << chiacchierata settimanale tra amici su tecnologia, cultura e attualità >>.

TECH MIND È il podcast << più tecnico del network Easy Podcast >>. Qui le novità in ambito tecnologico vengono trattate da un punto di vista più professionale. La spiegazione è sempre puntuale e ben fatta, ma un minimo di conoscenze sono necessarie per riuscire a stare dietro a quello che si dice. Così, anche se non sono un’espertona, cerco di ampliare le mie conoscenze.

PRIMA PAGINA Studiando giornalismo, tenermi informata sui fatti del giorno è diventato parte integrante del programma d’esame. In questo mi aiuta Prima pagina, un podcast (e trasmissione radiofonica) che quotidianamente realizza una rassegna stampa leggendo e commentando gli articoli più importanti. Oltre a farsi un'idea su "come gira il mondo", l'ascoltatore ha anche un quadro delle posizioni che le diverse testate assumono in merito alle principali questioni, cosa che difficilmente potremmo fare da soli ogni mattina.

RADIO FREE BURRITO Immagino sappiate chi è Will Wheaton. Chi guarda The Big Bang Theory o Star Trek lo sa di sicuro. Gli altri possono dare un’occhiata alla biografia sul suo blog e magari vedere un paio di puntate di Table Top. Radio Free Burrito è un podcast di conversazione libera. Non c’è un argomento prestabilito, ma ogni puntata ruota attorno ad uno o più temi differenti. È un po’ come il corrispettivo audio di un blog: l’unica sua ragione d’esistere è condividere esperienze.

Voi cosa ascoltate sull'autobus, in macchina, passeggiando, lavando i piatti o dormicchiando sul divano?

EMOTICON ED EMOJI: L'EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE

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Gatti con gli occhi a cuore, ballerine di flamenco, fantasmini, alieni e ciambelle. Sono rare le volte in cui invio un messaggio  di testo non accompagnato da almeno un’emoji.
Con chat e servizi di messaggistica vari lo scambio di battute si fa sempre più rapido. Faccine e disegnini aiutano a chiarire il tono del testo, evitando possibili fraintendimenti. Un "si" seguito da una faccina sorridente diventa meno brusco.
In qualche caso le emoji possono sostituirsi del tutto al testo tradizionale e, con un po’ di fantasia, raccontare l’intera trama di Game Of Thrones.
Il segreto è non esagerare.

È facile confonderle, ma emoticon e emoji non sono la stessa cosa. Le seconde sono una versione più evoluta ed articolata delle prime.

Il termine emoticon è una fusione delle due parole emotion e icon. Si tratta di caratteri tipografici che rappresentano espressioni facciali stilizzate. Come spiega un interessante articolo del Guardian, le emoticon nascono nel settembre 1982, quando l’informatico Scott Fahlman suggerì che :-) e :-( avrebbero potuto essere usati on-line per distinguere post ironici da affermazioni più serie.

Le emoji invece nascono un po’ dopo, verso la fine degli anni ’90 in Giappone. Il loro nome (e + moji) significa pittografia. Infatti le emoji, a differenza delle emoticon, sono vere e proprie immagini. Non solo rappresentano le emozioni umane, ma anche una gran quantità di altri aspetti della realtà, dagli animali ai cibi, dagli strumenti musicali ai mezzi di trasporto. È un vocabolario in continua espansione.
L’unico svantaggio delle emoji è che devono essere supportate dal software, in caso contrario chi riceverà il messaggio non vedrà l’immagine ma soltanto un quadratino o uno spazio vuoto.

Tanto per complicare un po’ le cose, è bene sapere che esistono anche le kaomoji, inventate (indipendentemente) nello stesso periodo delle emoticon. Utilizzano la grande varietà di caratteri necessari per scrivere in giapponese. In pratica sono una simpatica combinazione di emoticon ed emoji. *_*

Le faccine (in particolare le emoji) hanno innegabilmente cambiato in nostro modo di comunicare, evolvendosi da "ripetizioni" grafiche di un contenuto testuale a forme espressive dotate di significato e valore propri. Sono diventate parte integrante del testo tradizionale.

Per farvi un'idea più precisa della frequenza con cui le emoji vengono utilizzate su Twitter andate su emokitracker.com. Spoiler alert: l’emoji che usiamo più spesso è quella della risata. Per fortuna abbiamo ancora senso dell'umorismo. ;D

PERCHÈ HO SCELTO DISQUS

Alla tradizionale sezione dei commenti di Blogger ho sostituito Disqus. Il passaggio da un metodo all'altro è stato semplice: mi è tornato molto utile un post di Elaine, blogger e web designer irlandese, che spiega come installare Disqus su Blogger. 
Ma perché ho fatto questa scelta? La risposta veloce è che Disqus permette una gestione molto più avanzata dei commenti e dà agli utenti maggiore libertà. 

Se non Facebook sarà Twitter, ma oggi chiunque è presente su almeno un social, eppure mi sembrava limitativo dare la possibilità di commentare solo alle persone che usano i social network o hanno un account Google, Yahoo o Disqus. Dunque, spuntando la voce I’d rather post as guest, potete lasciare un commento utilizzando solo il vostro nome ed una mail.
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Qualche volta un’immagine vale più di mille parole e Disqus permette di inserire file multimediali (foto e video) all’interno dei commenti. Quindi, quando si parla di libri e fumetti, vi basterà uno scatto per condividere con noi quello che state leggendo. 

Capita anche a voi di trovarvi d’accordo con i contenuti di un articolo o di un commento sottostante, ma di non aver niente di nuovo o significativo da aggiungere alla conversazione? Con Disqus si può dimostrare il proprio apprezzamento votando il commento con un sistema del tutto simile a quello dei “mi piace” di Facebook (e per farlo non servono account o mail: è sufficiente cliccare sulla freccina in su o su quella in giù). Oppure potete condividere il commento in questione (o anche l'intera conversazione) sui social network.


In sintesi, è così che funziona Disqus. 

LE DIECI REGOLE PER SCRIVERE DI ZADIE SMITH

Nel 2010 il Guardian ha domandato ai più celebri e stimati autori contemporanei quali sono, in base alla loro esperienza, le dieci cose da fare o non fare durante il processo di scrittura.
Sono tutte liste interessanti, ma la mia preferita è quella di Zadie Smith. Pratici ed essenziali, i suoi consigli possono davvero tornare utili a chi desidera dedicarsi alla scrittura per passione e per lavoro. 
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1. When still a child, make sure you read a lot of books. Spend more time doing this than anything else.
2. When an adult, try to read your own work as a stranger would read it, or even better, as an enemy would.
3. Don’t romanticise your ‘vocation.’ You can either write good sentences or you can’t. There is no ‘writer’s lifestyle.’ All that matters is what you leave on the page.
4. Avoid your weaknesses. But do this without telling yourself that the things you can’t do aren’t worth doing. Don’t mask self-doubt with contempt.
5. Leave a decent space of time between writing something and editing it.
6. Avoid cliques, gangs, groups. The presence of a crowd won’t make your writing any better than it is.
7. Work on a computer that is disconnected from the ­internet.
8. Protect the time and space in which you write. Keep everybody away from it, even the people who are most important to you.
9. Don’t confuse honours with achievement.
10. Tell the truth through whichever veil comes to hand — but tell it. Resign yourself to the lifelong sadness that comes from never ­being satisfied.

CITIZEN JOURNALISM: LA NUOVA STRADA DEL GIORNALISMO

Social journalism and open platforms are the new normal. Now we have to make them work. - Mathew Ingram
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Ieri sera ho visto The Fifth Estate (Il quinto potere), film con Benedict Cumberbatch e Daniel Bruhl che racconta delle origini di Wikileaks. Non è mia intenzione soffermarmi su pregi e difetti del film (interessante ma non particolarmente riuscito a livello strettamente cinematografico) né tanto meno sulla controversa figura di Julian Assange. 
Wikileaks, ricevendo informazioni e documenti da fonti anonime e pubblicandole sul proprio sito, è stato uno dei primi esempi (per certi versi estremo) di citizen journalism. Si tratta di una forma di giornalismo che coinvolge attivamente i lettori e i cittadini grazie ai nuovi media. In Italia viene tradotto come giornalismo partecipativo. Ed è appunto di questo che vorrei parlarvi. 
Il citizen journalism tarda a prendere piede, soprattutto in Italia, dove le testate devono essere rigorosamente registrate in tribunale e i giornalisti, per essere riconosciuti tali, devono essere iscritti all’Ordine secondo regole che rendono sempre più difficile l’accesso alla professione. 
In più queste nuove forme di giornalismo vengono spesso guardate con sospetto dagli addetti ai lavori, temendo competizione e concorrenza. 
Io sono invece convinta che, se organizzate con criterio, forme di citizen journalism possano solo arricchire i tradizionali canali d’informazione. In un articolo per GigaOm, Mathew Ingram ha definito il social journalism come la nuova normalità nell’informazione, aggiungendo che si tratta non solo di un modo per sostenere il giornalismo tradizionale ma anche di una risorsa per scoprire nuovi talenti e figure professionali.
Certo la cosa difficile sarà riuscire a separare le voci dai fatti, perché certamente non tutte le informazioni saranno corrette e le fonti andranno come sempre verificate. Andy Carvin, intervistato da Pagina99 in occasione della nascita del progetto di social journalism reported.ly, parla infatti della necessità di << creare porte credibili per gli utenti che possono finalmente essere produttori di news grazie a internet, agli smartphone e alle videocamere >>. 
Il citizen journalism non diventerebbe quindi un caotico agglomerato di informazioni di dubbia qualità: sfruttando la capacità del cittadino comune di farsi reporter, offrirebbe, grazie ad una selezione accurata, punti di vista che andrebbero ad arricchire le notizie riportare dai media tradizionali.
Si tratta di un ambito dell'informazione ancora tutto da costruire che spero di poter approfondire in futuro, chi lo sa, magari persino dall'interno. 

Novità dalla Terra di Mezzo

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Ho cominciato a giocare a Lego: Il Signore degli Anelli. Gli 8,99 euro (in sconto per un tempo limitato) meglio spesi della mia vita! Per la cronaca, Sauron incute timore persino se composto di mattoncini Lego! Ma ve ne parlerò più dettagliatamente non appena l'avrò finito. ;)
La vera novità di questo fine settimana è un'altra: adesso potete trovare questo blog anche all'omonima pagina di Facebook.
L'idea che sta alla base di questa decisione è di creare insieme a voi uno spazio libero e dinamico per dialogare e condividere idee e passioni. Quindi cliccate "mi piace" (se vi va) e lunga vita e prosperità!

Dal papiro ai pixel: il futuro del libro

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Il breve, brevissimo (si legge in mezz'ora)  saggio dell’Economist sul futuro del libro, From Papyrus to Pixels, si presenta come un Penguin logorato dall'uso. L'intero testo è online e gratuitamente fruibile dal lettore che può decidere se continuare a sfogliarlo come un tradizionale libro oppure "scrollarlo" come un e-book arricchito di contenuti multimediali, o persino ascoltarlo come un audiolibro (in inglese). Il saggio, accessibile e godibilissimo, riflette su quello che sarà il futuro del libro e vale la pena di leggerlo o anche solo di aprirlo perché, nella sua forma tripartita (libro, e-book, audiolibro) è già il futuro.
Il crescente sviluppo delle nuove tecnologie ha portato molte persone a prevedere la morte di libri, editori, autori e librerie. Ma in realtà il futuro sembra essere ben più roseo. 
L'autore del saggio mette subito in chiaro che la diffusione dell'e-book è lenta e graduale, parallela (mai in opposizione) al libro cartaceo. Alcune tipologie, come i romanzi, si sono convertiti più rapidamente e con maggior successo alla più economica e maneggevole versione digitale. Ma il cartaceo rimane per svariate ragioni: i libri continuano ad essere un ottimo regalo di Natale, molti non resistono al fascino di avere in casa loro una ben nutrita libreria... 
In generale nemmeno le case editrici sono state danneggiate dall'avvento degli e-book che, avendo un costo di produzione piuttosto ridotto, evitano il rischio di spendere molto per la pubblicazione di una gran quantità di copie che poi potrebbero non essere vendute. 
Le librerie sono quelle che hanno avuto i maggiori problemi: è in continuo aumento il numero di piccole librerie costrette a chiudere non solo per la concorrenza del digitale ma anche (e forse soprattutto) per la concorrenza delle grandi librerie.  
Negli ultimi capitoli del saggio si parla di tutte quelle novità, possibili grazie a continue innovazioni tecnologiche, che stanno contribuendo al cambiamento (ed all'arricchimento!) del mondo della letteratura. In particolare viene preso in considerazione il fenomeno dell'autoedizione, comune tra gli scrittori prima del XIX secolo e successivamente guardato un po' dall'alto in basso. Oggi, grazie ad internet ed ai libri digitali, sono sempre di più gli autori che decidono di pubblicare in proprio. Si sperimenta nell'ambito della narrativa, nascono nuovi generi e vengono letti autori che non avrebbero mai potuto essere scoperti in un mondo di soli libri a stampa. 
Questi cambiamenti stanno spingendo le case editrici a lavorare in maniera differente: in cerca di nuovo materiale si cominciano a perlustrare anche piattaforme come Wattpad, strutturato come un social network di scrittura in cui chi scrive può ricevere un immediato feedback dai lettori. 
Il quadro tracciato da From Papyrus to Pixels è quello di un mondo in continua evoluzione in cui tradizione e modernità si compenetrano.

Trasforma il tuo blog in un'applicazione per iPhone e iPad

Forse con questo titolo potrei averti tratto un po' in inganno, ma quello che intendo fare con questo post è spiegare come realizzare un'icona, del tutto simile a quelle delle altre app che hai su iPad ed iPhone, che consente ai lettori di accedere rapidamente al tuo blog (senza nemmeno dover aprire Safari). 

Per prima cosa dovrai creare un'icona con Gimp, Photoshop o altro. Come dimensione 150x150 vanno benone. 
E, se posso darti un consiglio, cerca di fare in modo che l'icona rispecchi lo stile del tuo blog. 
Una volta pronta l'icona, vai nel codice HTML del tuo blog ed immediatamente sotto <header> incolla la seguente striscia di codice: 

<link href='http://url-to-your-image.com/your-image.jpg' rel='apple-touch-icon-precomposed'/>

La parte evidenziata in giallo dovrà essere sostituita con l'url dell'icona da te precedentemente creata.
Quindi non rimane altro da fare se non salvare. 

Ed ora prendi il tuo iPhone/iPad, apri Safari e cerca il tuo blog. 


Rimanendo sulla pagina principale del tuo blog, clicca sull'icona di condivisione/esportazione di Safari e poi scegli Aggiungi a Home. Si aprirà un'altra finestra in cui, se vorrai, potrai cambiare il nome dell'icona. Se invece ti va bene così com'è clicca immediatamente su Aggiungi
Adesso l'icona da te creata comparirà tra le altre app presenti sul tuo dispositivo e funzionerà come un link veloce: cliccandoci sopra si aprirà immediatamente, per te ed i tuoi lettori, in Safari la pagina del tuo blog. 
Vuoi un esempio pratico? Prova a fare un giro su questo blog da iPad o iPhone! ;)

PS: questa procedura è valida anche per i dispositivi Android. 

La bellezza dei social network

social network, blogging
Sono una persona curiosa, in particolare per quanto riguarda il mondo del Web. Questa mia curiosità mi ha spinto ad utilizzare praticamente tutti i social network (e anche ad aprire questo blog!) perché volevo scoprire il loro funzionamento.
Utilizzandoli dall'interno mi sono resa conto di come molti in realtà i sociali network non sappiano usarli. Ed è quindi ovvio il fatto che nemmeno si rendono conto del loro grande potenziale. 
È una cosa che ho notato un po' su tutte le piattaforme ma, devo dirlo, maggiormente su Facebook. 
Molto spesso vengono pubblicati aggiornamenti assolutamente privi di interesse. I più gettonati? Sono i classici "buongiorno", "buona notte", "buon appetito", "ho tanta fame"…senza l'aggiunta di altri contenuti. Totalmente inutili, ne converrete.
E quando la maggior parte delle persone usa i social network per condividere cose del genere diventa difficile contraddire quelli che, dopo averti chiesto in cosa consistano Twitter, Facebook e compagnia bella, ti dicono "Ma a me cosa importa di quello che sta facendo Caio?!".
I sociali network diventano un fantastico mezzo di condivisione quando vengono usati in maniera costruttiva, creativa. Quindi evitando le banalità estreme, puntando invece su commenti originali, interessanti, divertenti, che possono coinvolgere il lettore…
Ciò non significa che siamo costretti a snocciolare frasi memorabili in continuazione, ma semplicemente che bisogna valutare quello che si sta per scrivere. E se non si ha nulla da dire, il silenzio è la migliore delle soluzioni: non scrivere è diritto dello scrittore quanto non leggere e non finire il libro lo sono del lettore.
Ma la vera potenzialità dei sociali network è il dialogo. E con dialogo non intendo solo chiacchierare con le amiche e mettersi d'accordo su come trascorrere il sabato sera. Twitter e gli altri social diventano interessanti quando ognuno condivide le esperienze proprie e degli altri. Massima importanza dovrebbero quindi avere i link (possibilmente contestualizzati) e i collegamenti di ogni tipo, perché i social network diventano davvero social quando capiamo di non esserci soltanto noi e cominciamo ad aprire i nostri orizzonti.
Questa è la mia, discutibilissima, opinione. 
E tu cosa ne pensi? Quali ritieni essere i lati negativi e quali quelli positivi dei social network? Ed in che modo li usi? 

Cose da fare prima di pubblicare un post






















Una volta finito di scrivere un post il primo istinto di un blogger è quello di pubblicarlo immediatamente.
Ma la fretta è cattiva consigliera, e ci sono alcune cose a cui dovremmo prestare un attimo in più di attenzione prima di pubblicare.

ERRORI DI GRAMMATICA
Se stiamo scrivendo su un blog (o in qualsiasi altro luogo) non dovremmo avere particolari difficoltà con la grammatica italiana, però qualche piccolo errore può sempre capitare. Così come possono capitare errori d'ortografia, il più delle volte dovuti a involontari scivoloni sui tasti. Quindi, è buona norma rileggere tutto con attenzione. 
Magari, dopo aver scritto il post, staccatevi un attimo dallo schermo, fate dell'altro per qualche minuto, e poi tornare a rileggere tutto: con la mente più fresca è più facile individuare eventuali strafalcioni.
E, se si è in dubbio, il dizionario è sempre la soluzione migliore.

SCEGLIERE IL TITOLO Il titolo di un post è importante perché può determinare il successo del post stesso. Deve quindi essere semplice e chiaro e soprattutto dovrebbe rivelare (parzialmente) il contenuto dell'articolo.
È meglio un titolo breve piuttosto che uno lungo, ma la cosa più importante è che sia chiaro.
Il titolo può destare l'attenzione del lettore che da esso può già capire il tenore e l'argomento del post: se il titolo contiene informazioni potenzialmente interessanti andrà a leggere l'articolo, altrimenti proseguirà oltre.

FORMATTARE
Per qualsiasi testo, non soltanto per i post di un blog, è essenziale la leggibilità. Pertanto, prima di pubblicare, è importante prestare attenzione alla formattazione. L'obbiettivo è quello di rendere il testo leggibile senza alcuno sforzo. Quindi è necessario abbandonare font arzigogolati e privilegiare un font chiaro e pulito (per intenderci, qualcosa in stile Helvetica sarebbe l'ideale).
Dopo di che il testo va "giustificato" o incolonnato tutto a sinistra: a meno che non si tratti di una poesia, lasciate perdere l'incolonnamento centrale.
Se il lettore trova faticoso leggere un post a causa della sua formattazione "artistica" abbandonerà la pagina per non farvi mai più ritorno. Il che è un peccato, perché probabilmente i contenuti sono di qualità.

INSERIRE UN'IMMAGINE
Come un libro dalla copertina sgargiante attirerà la nostra attenzione prima di uno dalla copertina più anonima, allo stesso modo l'articolo di un blog risulterà più accattivante se accompagnato da un'immagine. Essa, come il titolo, può essere un modo per introdurre il lettore sull'argomento che verrà trattato. In più facilita la condivisione del post stesso su social network come ad esempio Pinterest.

INSERIRE I LINK
Quando si cita o si fa menzione di un altro blog o di un profilo di Twitter o simili è buona norma inserire nel testo un link che riporta alla pagina cui si fa riferimento.
Allo stesso modo, quando si usano immagini appartenenti a terzi è bene indicarne la fonte (e possibilmente contattare il proprietario per avere il permesso di utilizzare un suo scatto).
E prima di pubblicare verifichiamo che tutti i link siano corretti e funzionanti.

Abbiamo fatto tutto? Riletto, verificato e ricontrollato? Bene! Ora é il momento di pubblicare e di condividere su blog e social media il nostro lavoro. 

Strumenti per concentrarsi sulla scrittura

Quando comincio a scrivere un post, o a scrivere in generale, non sempre mi è facile concentrarmi: le distrazioni sono molte ed a volte anche la stanchezza si fa sentire.
Il problema più grande è che ormai scrivo sempre al computer, il che è un'enorme comodità per una serie infinita di motivi, ma Pinterest, Twitter, Tumblr, sono sempre in agguato!
Fortunatamente ho scoperto alcuni strumenti che mi permettono di concentrarmi sulla scrittura, riducendo al minimo le distrazioni e focalizzando l'attenzione su quello che sto facendo.

NOISLI. Si tratta di un sito web dall'interfaccia semplice e pulita che permette di selezionare, e quindi ascoltare, una serie di suoni naturali, come il vento, la pioggia, il mare ed il crepitio del fuoco.
Con questa rilassante colonna sonora possiamo scrivere il nostro testo direttamente su questo sito, mentre sotto i nostri occhi la pagina cambia dolcemente colore.
Finito di scrivere, il testo può essere salvato sul computer oppure copiato ed incollato dove si desidera.
Proprio in questo momento sto scrivendo con un delicato sottofondo di vento e pioggia.

iA WRITER. Spesso e volentieri scrivo al computer, ancora più spesso scrivo dall'iPad. E qui le distrazioni sono ancora maggiori perché si ha tutto a portata di mano. Allora il modo migliore per non perdere la concentrazione è disattivare il wi-fi e usare l'app iA Writer. 
Si tratta di un normalissimo programma di scrittura ma l'assoluta essenzialità dell'interfaccia lo rende ideale per concentrarsi esclusivamente sui contenuti. Per questo il testo non può essere formattato, ma può essere esportato in un'infinità di modi (Dropbox, iCloud, iBooks, Pages, e-mail...).

E tu? Quali sono le cose di cui non puoi fare a meno quando ti metti a scrivere?

Trucchi per rimanere concentrati ed essere produttivi

produttività, concentrazione, consigli, tutorial
Al mattino ci alziamo con un sacco di cose in mente da fare ma alla fine della gioranta quante sono state veramente fatte?
Probabilmente mancherà sempre qualche cosa all'appello, un po' perché non si ha il tempo e un po' perché non se ne ha voglia.
Nell'ultimo periodo ho messo in pratica qualche piccolo trucco per cercare di rendere più produttiva la mia giornata e rimanere più concentrata nelle ore di studio.

PORSI QUOTIDIANAMENTE DEGLI OBBIETTIVI. Ogni mattina mi faccio una lista (anche fisica, su un pezzetto di carta qualunque) delle cose da fare nella giornata e, man mano che vengono fatte, le spunto.
Avere davanti agli occhi un elenco di tutte le cose che devo fare mi aiuta ad organizzare meglio la giornata. E la soddisfazione di vedere alla sera tutte le voci spuntate dall'elenco è un ulteriore incentivo a darmi da fare.

USARE UN TIMER. Imposto un timer (di solito della durata di 25 minuti) e mi metto al lavoro. Quando il timer suona faccio una pausa di 5 minuti (solitamente mi piace fare un giro su internet, guardare Instagram e Twitter, ma fare merenda è un'alternativa più che valida).
Dopo questa breve pausa imposto nuovamente il timer e torno ai miei doveri.
In alcuni casi non uso nemmeno un timer reale, ma scandisco il tempo fissando delle tappe, per esempio "arrivo fino alla fine del capitolo e poi pausa di 5 minuti".
Quest'alternarsi di pausa e lavoro mi permette di mantenere più fresca la mente e mi rende lo studio meno pesante. In più quei venti minuti in cui la concentrazione è al massimo rendono molto di più di quattro ore filate con la testa piegata sul libro.

Forse è dovuto più ad un fattore psicologico che altro, ma questi semplici trucchi mi stanno tornando davvero utili!
Quali tecniche usi per essere produttivo nello studio o nel lavoro?
Come pianifichi le tue giornate per riuscire a fare tutto quanto?
Ogni nuovo consiglio è benaccetto! ;)

Come inserire social icons

Chiudiamo il 2013 (e ne approfitto per farvi i miei più sinceri auguri di buon anno!!) con un tutorial semplice ma davvero indispensabile, tanto che mi sorprende di non averne parlato prima: come inserire in un blog le icone che rimandano al nostro profilo sui vari social network.
Solitamente queste icone vengono posizionate nella barra laterale del blog. Bisogna quindi andare nella sezione Layout di Blogger e qui selezionare Aggiungi un nuovo gadget. Il gadget da scegliere è quello chiamato HTML/JavaScript.

Prima di arrivare a questo punto avremmo già dovuto preparare delle social icons (ovviamente rappresentative dei social network a cui vogliamo rimandare) o creandole noi stessi oppure scegliendole tra le tante che si possono trovare anche gratuitamente su internet. Di ognuna di queste icone ci servirà l'URL e per ottenerlo dovremo caricare le immagini in Photobucket o servizi simili. Ma ancora più semplice è creare un nuovo post all'interno del nostro blog di Blogger ed inserirvi, come normalissime immagini, le nostre social icons. Quindi puntando con il mouse su un'immagine alla volta e premendo il tasto destro bisognerà selezionare la voce Copia indirizzo che ci permette per l'appunto di ottenere l'URL dell'immagine. Ovviamente il post NON andrà pubblicato ma conservato nell'archivio: cancellando il post verranno anche ancellate le immagini e il loro URL non sarà più valido.

Torniamo ora al nostro gadget HTML/JavaScript. All'interno del gadget bisogna inserire il seguente codice:

<p><a href='URL_PAGINA_WEB'><img src='URL_ICONA'/></a></p>
<p><a href='URL_PAGINA_WEB'><img src='URL_ICONA'/></a></p>
<p><a href='URL_PAGINA_WEB'><img src='URL_ICONA'/></a></p>

Ogni riga del codice corrisponde ad una icona: se volete inserire più di tre icone basterà aggiungere una o più righe di codice. 
Al posto di URL_PAGINA_WEB bisogna inserire (mantenendo le virgolette) il link della pagina a cui vogliamo che l'icona rimandi (per esempio la nostra pagina Facebook). Mentre URL_ICONA va sostituito (sempre mantenendo le virgolette) con il codice URL dell'immagine che si vuole usare come icona (ottenuto come indicato sopra).

Come cambiare il font dei post usando Google Fonts

Blogger fornisce già di base un'ampia scelta di font ma a nostra disposizione c'è anche Google Fonts che ne comprende una grande varietà, molto maggiore rispetto a quella che ci viene offerta da Blogger.
Poniamo il caso che tra questi font io ne abbia trovato uno adatto al mio blog (il mio consiglio è quello di scegliere sempre un font ben leggibile): come farò ad applicarlo ai miei post?

Individuato il font come prima cosa andrò a selezionare l'icona quick-use che si trova proprio al di sotto di esso, sulla destra. Si aprirà così una pagina in cui sono indicati 4 step.
Al 3 step viene riportata una linea di codice sotto la definizione di Add this code to your website, che sarà simile a quella d'esempio riportata qui sotto.

<link href='http://fonts.googleapis.com/css?family=Wellfleet' rel='stylesheet' type='text/css'>

Questa linea di codice andrà copiata e quindi incollata all'interno del codice HTML del nostro blog, immediatamente sotto <head>.
Se vi viene segnalato un errore di inserimento del codice come succede sempre a me basterà aggiungere uno slash di chiusura (/) subito prima di >. Il finale del codice dovrà comparire così:

type="text/css"/>

Poi si procederà con il 4 step. Subito sotto la linea di codice appena copiata ne troverò un'altra (simile a quella qui sotto). 

font-family: 'Wellfleet', cursive;

Anche questa va copiata e poi incollata nel codice HTML del blog immediatamente sotto .post-body.

Quindi non resta che controllare con l'anteprima che le modifiche apportate siano quelle da noi desiderate e salvare. 

NB: Prima di apportare qualsiasi modifica al codice HTML è consigliabile salvare il modello del proprio blog.

Immagini con effetto rollover

































Riguardando un po' la grafica del mio blog ho pensato che un' idea per renderla più particolare e personale potrebbe essere quella di applicare ad alcune immagini (ad esempio alle icone che rimandano ai social network) un effetto rollover. Ciò significa che l'immagine cambia quando vi si passa sopra con il mouse: ne avete un esempio nelle due immagini qui sotto. 
L'immagine può cambiare in diversi modi: può passare da un colore opaco ad uno più deciso (come nell'esempio qui sotto) o il contrario, oppure possono cambiare anche il colore e l'immagine stessa. Le combinazioni sono infinite e ognuno può decidere in base alle sue necessità.

Click MeClick Me

Creare un immagine con effetto rollover non è difficile quanto potrebbe sembrare.
Come prima cosa bisognerà creare due immagini: un'immagine sarà quella di partenza (la chiameremo immagine 1) ed una seconda immagine (immagine 2) che è quella che andrà a sostituirsi all'immagine 1.  L'immagine 1 è quella che vogliamo venga immediatamente visualizzata (nel caso dell'esempio qui sopra quella opaca), mentre l'immagine 2 è quella che ci apparirà al passaggio del mouse (in questo caso quella dai colori più vivi).
Una volta create le due immagini ci serviranno i rispettivi url: per ottenerli caricate le immagini su Photobucket o simili oppure inseritele in un post (che poi non andrà pubblicato ma salvato come bozza) e ottenete l'url come avevo già spiegato nell'ultima parte di questo post

Una volta pronte le due immagini basterà copiare il codice qui sotto nel luogo in cui vogliamo inserire l'immagine. Se si vuole, ad esempio, inserirla nella colonna laterale del blog come link ad un social network bisognerà copiare il codice in un gadget HTML/Java Script. Ma lo stesso codice può essere utilizzato anche per inserire un'immagine con effetto rollover anche all'interno di un singolo post.

<a href="LINK"><img src="IMMAGINE1" onmouseover="this.src='IMMAGINE2'" onmouseout="this.src='IMMAGINE1'" alt="Click Me"/></a>

Una volta copiato il codice bisognerà naturalmente andare ad inserire l'url dell'immagine 1 e poi dell'immagine 2 dove indicato (sostituendo l'url alla scritta colorata in stampatello), e quindi inserire il link della pagina a cui l'immagine con effetto rollover deve rimandare (ad esempio quella del nostro profilo Twitter).

Blogging // Link cliccabile nei commenti

Vi sarà certo capitato, anche se non spesso, di voler inserire un link in un commento ad un post di un qualche blog. Purtroppo però i link nei commenti su Blogger non sono cliccabili, il che significa che per visitare un link bisogna copiarlo, inserirlo nel motore di ricerca e quindi finalmente arrivare a ciò che si sta cercando: una procedura un po' lunga che potrebbe anche scoraggiare chi sta leggendo ad andare a vedere il contenuto che abbiamo linkato. 
Più pratico, rapido e interessante sarebbe se si potesse cliccare direttamente sul link e aprire la pagina linkata. 
Ecco quindi come rendere cliccabile un link.
Tutto quello che bisogna fare è inserire nel nostro commento il seguente codice:

<a href="IL TUO LINK QUI">IL TUO TITOLO QUI</a>
 
Andrete quindi a sostituire le parti in grassetto e colorate con il link che vi interessa e con il testo che volete compaia linkato. Ad esempio:

<a href="http://kaleidoscope90.blogspot.it/">Il mio blog</a>

Nel commento comparirà quindi "Il mio blog" (o qualsiasi sia il testo da voi scelto) come link cliccabile. 

Blogging // L'importanza del titolo

Avendo in programma di realizzare una tesi con il mondo dei blog come argomento sto cominciando a guardare a questo nuovo tipo di letteratura digitale da altri punti di vista, un po' più "analitici". Quindi non escludo che dalle mie riflessioni possano nascere in futuro altri post come questo, leggermente più teorici di quelli che scrivo di solito ma che spero possano comunque essere utili per coloro che si avvicinano alla realtà dei blog come scrittori o semplicemente lettori.
Proprio come per i libri, anche per blog e siti web il titolo è uno degli elementi più importati: esso contribuisce, insieme all'elemento  grafico, ad incuriosire il lettore. Esattamente quello che succede quando entriamo in libreria e veniamo attratti da un particolare libro per il colore della copertina e per il titolo che “ci suona bene”. (Naturalmente questo non significa che i contenuti siano automaticamente buoni.)
Per questo motivo il nome di un blog dovrebbe essere scelto con criterio. Meglio un titolo breve e che possibilmente dia un'idea di quelli che sono i contenuti generali del blog.
Ma soprattutto è essenziale che sia qualcosa che cattura subito l'attenzione e che sia di facile memorizzazione.
Di pari importanza sono i titoli dei singoli post.
In rete il lettore cerca quello che gli interessa e il titolo del post diventa lo strumento principale per scegliere se continuare la lettura oppure proseguire oltre.
Considerato ciò è preferibile usare titoli chiari, che presentino i contenuti dell'articolo ma concisamente.
I titoli devono contenere parole chiave per suscitare l'attenzione del lettore interessato ad un dato argomento e per rendere rintracciabile i nostri post dal motore di ricerca. Ad esempio intitolare un articolo in cui si spiega come disegnare con photoshop “Spazio alla creatività” sarà pur più poetico del semplice “Imparare a disegnare con photoshop” ma sicuramente meno efficacie.
Quindi, tutto sommato, la necessità di semplicità e sintesi può persino tornare utile rendendo decisamente meno complesso il problematico dilemma del titolo che mi ha sempre ossessionato durante i temi in classe dalle elementari fino al liceo...