A bordo dell'aereo trovano i corpi senza vita dei passeggeri, fatta eccezione per quattro sopravvissuti, e inconsuete tracce biologiche. I due medici cominciano ad interrogarsi sulla natura della minaccia cui far fronte. Qualcosa di strano e sconosciuto deve essersi nascosto su quell'aereo, all'interno di un'enorme cassa di legno intagliato piena di terra e con un lucchetto per la chiusura dall'interno. Abraham Setrakian, un anziano rigattiere, sembra l'unico ad avere le risposte.
Così comincia The Strain, la serie tv scritta, prodotta e diretta da Guillermo del Toro.
Mentre The Walking Dead si sta infiacchendo episodio dopo episodio, con zombie che non spaventano più e personaggi ormai fastidiosi nella loro immobilità, The Strain, ridà vigore ai cattivi per eccellenza, i vampiri, appassionando fin dal primo episodio e non perdendo un colpo per i successivi dodici.
Ecco alcuni buoni motivi per cominciare a vederla.
VAMPIRI Del Toro sceglie un approccio "scientifico" per (ri)raccontare i "cattivi" più conosciuti e rappresentati al mondo, i vampiri, a cui nella serie ci si riferisce più spesso come strigoi. La fantasia di del Toro nel dare vita a creature immaginarie è ben nota da film come Il labirinto del fauno ed Hellboy. I suoi vampiri sono una fusione di novità ed elementi tradizionali: di giorno non dormono, ma sono infastiditi (e uccisi) dalla luce del sole, non possono attraversare corsi d'acqua e per nutrirsi si servono di un pungiglione con il quale succhiano il sangue delle proprie vittime.
RITMO INCALZANTE Non c'è episodio in cui non accada qualcosa. I protagonisti valutano cosa fare, formulano un piano e poi agiscono. Qualche volta, come nella vita reale, non c'è tempo per pensare e bisogna passare subito all'azione. Lo spettatore non corre il rischio di annoiarsi.
PERSONAGGI E INTERPRETI Ognuno ha la propria individualità, psicologicamente ben definita, compresi i vampiri, e gli attori sono perfetti per la parte. Né donzelle in pericolo né supereroine, anche le protagoniste femminili hanno personalità delineate con realismo e complessità, lontane dagli stereotipi su cui vengono spesso appiattite le donne nei film horror. Del Toro deve essersi divertito particolarmente a scegliere Sean Astin, nel Signore degli Anelli emblema della fedeltà, per interpretare Jim Kent, collega di Eph e Nora non proprio fedele ai suoi amici.
GUILLERMO DEL TORO Tra fantasy e horror il regista messicano ci sguazza, con risultati sempre ottimi. Insieme a Chuck Hogan ha scritto la trilogia di romanzi intitolata The Strain (in italiano La progenie) e la sceneggiatura della serie di cui ha poi diretto personalmente il primo episodio e supervisionato la realizzazione degli altri. Qualità garantita.
STILE DI RIPRESA La qualità delle riprese è alta anche negli episodi girati da altri registi. Inquadrature alla Hitchcock strizzano l'occhio all'appassionato del cinema di suspance. L'uniformità dello stile è garantita da del Toro, che proprio con questo obbiettivo ha supervisionato in particolare la fase di post-produzione.
SOTTOTRAMA Nei film horror (ed anche nelle serie tv) l'unico imperativo è far fuori il mostro e sopravvivere. In The Srain le cose non sono così semplici come appaiono e i vampiri non cacciano semplicemente perché affamati. Anche loro hanno le proprie ambizioni e si muovo secondo un piano ben orchestrato che rende difficile il compito dei nostri "eroi".
UMORISMO The Strain ha un taglio serio, ma c'è sempre spazio per una battuta o un commento sarcastico che allentano la tensione senza essere forzati.
Vi ho convinto? Guarderete The Strain o lo state già seguendo?
Quali altre serie tv vi appassionano e vi intrattengono in queste ultime serate invernali?
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