Colpa delle stelle

























In America era diventato un caso letterario ancora prima della pubblicazione nel gennaio 2012 ed attualmente stanno lavorando alla trasposizione cinematografica.
Io, in ritardo su tutta la linea come al solito, ho letto Colpa delle stelle (titolo originale The Fault in Our Stars, riferimento alla famosa frase del Giulio Cesare di Shakespeare "La colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che ne siamo dei subalterni") soltanto ora.
Come spesso accade la copertina italiana non è così bella ed incisiva come quella originale, ma questi sono dettagli in fondo irrilevanti: l'importante sono i contenuti e l'essenziale è che siano buoni. E personalmente ho trovato questa lettura davvero piacevole, molto scorrevole ed allo stesso tempo profonda ed interessante; certo non priva di retorica in qualche passaggio, ma complessivamente vitale e attenta. 
Attribuire vitalità ad un romanzo che ha per protagonista una ragazzina, Hazel Grace, affetta da tumore alla tiroide potrebbe sembrare anacronistico, ma in questo caso non lo è: John Green riesce a raccontare la malattia, e la morte, senza compatimento e con serenità, spesso anche con ironia e leggerezza.
Hazel incontra ad un gruppo di supporto Augustus Waters, un diciassettenne ex giocatore di basket a cui è stata amputata una gamba a causa di un osteosarcoma. La ragazza gli farà conoscere quello che è il suo libro preferito in assoluto ma che rimane interrotto senza fare luce sulla sorte dei personaggi, lasciando intuire la morte della protagonista o comunque l'aggravarsi della sua malattia. I due si interrogano quindi su quello che è stato dopo, su quale è stata la sorte degli altri personaggi. 
Domande che trascendono il romanzo che ha affascinato i due protagonisti e che nascono dalla loro particolare condizione, dalla consapevolezza della morte eccezionalmente viva in loro a causa della malattia. E mentre per Hazel la maggiore preoccupazione è quella di diventare fonte di dolore per coloro che le vogliono bene, come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere anche se non si sa bene quando, Augustus è tormentato dalla voglia di lasciare un segno, un qualcosa di tangibile che ricordi il suo passaggio in questo mondo, che egli è esistito.

2 commenti:

  1. Oh I just loved that book! I broke my heart and then put it back together again.

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