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Mostra di Munch a Genova

"Una sera passeggiavo per un sentiero, da una parte stava la città e sotto di me il fiordo. Il sole stava tramontando; le nuvole erano tinte di un rosso sangue. Sentii un urlo attraversare la natura: mi sembrò quasi di udirlo.
Dipinsi le nuvole come sangue vero. I colori stavano urlando."
Questo è quello che disse Edvard Munch riguardo al suo dipinto più famoso, L'urlo.

A Palazzo Ducale (Genova) fino al 27 aprile sarà possibile visitare la mostra su Munch
Io ci sono stata questa settimana e, probabilmente complice il brutto tempo, sono riuscita a girare le varie sale comodamente, senza troppa gente accalcata difronte ai dipinti. 
In più ai visitatori viene fornita gratuitamente un'audioguida (e di questo sono rimasta piacevolmente stupita perché solitamente sono una spesa aggiuntiva al biglietto d'ingresso).
Protagonista esclusivo della mostra è Munch, di cui viene mostrata l'evoluzione artistica: partendo da dipinti influenzati dai colori forti e vivaci dei fauves, ma in cui si possono già avvertire solitudine e malinconia, fino ad arrivare ai dipinti in cui sono l'angoscia e l'incombere delle morte a predominare. 
E allora i soggetti si fanno più disturbanti: visi scheletrici, pose inquiete, fughe prospettiche che suggeriscono angoscia, cieli rossi a simboleggiare paura e pazzia. 
Il celebre L'urlo non fa parte della mostra, ma vi compare sotto un'ottica inusuale: nella rivisitazione che ne ha fatto Warhol. Ed alla fine del percorso si trovano anche altre opere di Munch viste con gli occhi del maggiore interprete della Pop Art: per esempio le decise linee di contorno tracciate da Warhol rendono più spettrale e cadaverico il corpo femminile del dipinto Madonna, il cui viso diventa quasi un teschio.
La maggior parte delle opere esposte provengono da collezioni private e non capita spesso al grande pubblico di poterle ammirare, perciò consiglio caldamente di visitare la mostra ed anche di tenere d'occhio le future iniziative a Palazzo Ducale perché ogni anno vengono organizzate mostre estremamente interessanti (come quella su Van Gogh e Gauguin dell'anno scorso o quella sui pittori impressionisti dell'anno precedente).

In viaggio con Van Gogh e Gauguin


Ieri pomeriggio sono andata a vedere la mostra Van Gogh e il viaggio di Gauguin che si terrà fino al 1 maggio a Palazzo Ducale (Genova).
Io e i miei amici siamo rimasti stupiti da quante persone erano in coda per acquistare i biglietti. Comunque anche noi ci siamo messi in coda e, sventanto un tentativo di superamento da parte della tipa che era dietro di noi nella fila, siamo finalmente riusciti ad avere i nostri biglietti dopo circa un'ora e mezza di attesa (o forse anche di più... ad un certo punto ho perso la cognizione del tempo...), quando ormai le nostre ginocchia stavano per cedere e i nostri nervi erano messi a dura prova dal blaterare della coppia dietro di noi. 


Poi, dopo una tappa piuttosto rapida al guardaroba, siamo finalmente entrati nella mostra. 
La mostra ha come tema il viaggio, inteso non solo come spostamento da un luogo ad un altro ma anche come viaggio, scoperta interiore.
Il cuore della mostra sono i dipinti di Van Gogh (circa una quarantina) e il famoso quadro di Gauguin Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?.
Alle opere di questi due straordinari pittori si collegano, per tematica e/o per tecnica dipinti di altri famosi autori come Hopper, Rothko, Turner, Morandi, Kandinsky e Monet. 

Paul Gauguin, Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

Procedendo per le sale buie si impara a conoscere Van Gogh e, attraverso l'evoluzione della sua tecnica pittorica, si ripercorre il viaggio della sua vita. Ed è sbalorditivo vedere come nei suoi quadri gli elementi reali ed oggettivi del paesaggio diventino soggettivi, espressione dell'interiorità dell'autore. 

Edward Hopper, Sole del mattino

Certo sarebbe fantastico se si potesse girare da soli per i saloni, senza la solita scolaresca che si posiziona a muro ostruendo completamente la vista del quadro... E in fondo la visita sarebbe meno diffocoltosa se non ci fossero anche gli "automi da cuffia", cioè quei tipi che si calcano le cuffie con l'audio-guida e si posizionano esattamente di fronte al dipinto senza muoversi di un millimetro per la successiva mezz'ora...
A parte questo vedere una mostra di pittura è sempre bello e questa vi consiglio proprio di non perdervela! :)

Vincent Van Gogh, Autoritratto

Non so se capirai che si può fare una poesia solo disponendo sapientemente dei colori, così come si possono dire cose consolanti in musica. Allo stesso modo, alcune linee bizzarre, scelte e moltipllcate, serpeggianti in tutto il quadro, non devono dare un giardino nella sua rassomiglianza volgare, ma disegnarcelo come veduto in sogno, nel tempo stesso reale, eppure più strano che nella realtà. 
(Lettera di Van Gogh alla sorella Wilhelmina, Arles, novembre 1888)