Pulp Fiction

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Vent'anni fa usciva nei cinema Pulp Fiction, secondo grande successo di Quentin Tarantino dopo l'esordio alla regia con Le Iene. Il film si apre con una coppia di rapinatori al bar. In puro stile Tarantino prima teorizzano un bel po' e solo dopo mettono mano alle pistole. Due killer devono recuperare per conto del boss una valigetta dal misterioso contenuto; un pugile, rifiutatosi di truccare un incontro, fugge: più storie si intrecciano le une alle altre. Soltanto nella seconda metà del film Tarantino, con assoluta libertà cronologica, riprende le fila di tutte le trame lasciate in sospeso. 
Pulp Fiction è un gangster movie esasperato come uno spaghetti western, in cui Bruce Willis viene fatto fuggire sulla stessa chopper di Easy Ryder. Ogni personaggio parla ed agisce per citazioni, per cose già viste e sentite da ogni americano medio. I libretti stampati su carta scadente (in gergo pulp) diffusi soprattuto negli anni '20 e '40 sono il punto di partenza di Tarantino. Letteratura poliziesca bassa, scadente, si mescola a cultura pop, fumetti e comicità da sitcom per dar vita ad un linguaggio nuovo, moderno e personale. Così John Travolta, gangster fuori dagli schemi, torna a ballare dopo La febbre del sabato sera in una gara di twist sul palco del Jack Rabbit Slim's, locale i cui camerieri sono sosia di James Dean, Buddy Holly e soprattutto Marylin Monroe con lo stesso svolazzante abito bianco di Quando la moglie è in vacanza. 
Osservazione della realtà e profondo amore per il cinema sono gli ingredienti che fanno di Pulp Fiction un capolavoro che continua ad essere apprezzato e celebrato, ad esempio con una proiezione straordinaria alla 67ª edizione del Festival di Cannes.

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