Il seggio vacante

Siamo sinceri, il motivo principale per cui ho cominciato a leggere Il Seggio Vacante è che mi incuriosiva in quanto nuovo romanzo dell'autrice di Harry Potter. E probabilmente è lo stesso identico motivo che ha spinto centinaia di persone a fiondarsi in libreria il giorno stesso dell'uscita.
Malgrado sia stato presentato come romanzo giallo dalla campagna promozionale, in realtà non rientra, se non per pochi particolari, in questo genere. Se proprio gli si vuole trovare una definizione quella che più gli si addice è romanzo a sfondo sociale. 
La morte di Barry Fairbrother sconvolge profondamente la cittadina inglese di Pagford. Il seggio nel consiglio municipale rimasto vacante dopo la morte di Barry è la causa scatenante di scontri feroci che porteranno il lettore alla scoperta delle dinamiche sociali che si nascondono dietro l'apparente quiete di un'anonima piccola città inglese. 
Il romanzo si apre mettendo subito in ballo un buon numero di personaggi, di cui inizialmente si potrà far fatica a ricordare i nomi.
Purtroppo però sono pochi i personaggi che riescono ad essere qualcosa di più che degli stereotipi, delle macchiette. Malgrado le diverse età ed il diverso background sociale, i personaggi protagonisti di questo romanzo corale sono molto, troppo, simili tra di loro: donne remissive, invidiose e astiose e uomini apparentemente forti che in realtà sono degli incapaci. Insomma, la maggior parte di loro non arriva a nulla di concreto, con poche eccezioni, ed è appunto a questi pochi personaggi che si affezionerà di più il lettore.
La trama è interessante e l'intreccio facile ma non semplice nei temi trattati: depressione, droga, suicidio, scontri generazionali, politica, violenza...
Questi temi così complessi vengono però ridotti a riflessioni che personalmente ho trovato piuttosto banali e prive di sottigliezze, e forse è proprio qui che emerge come lo stile della Rowling sia ancora legato alla narrativa per ragazzi.
Tutto sommato questo nuovo romanzo della Rowling mi ha lasciata un poco delusa perché, malgrado le ultime pagine siano piene d'eventi, è nel complesso un romanzo abbastanza piatto, dove gran parte dei personaggi rimangono rinchiusi nel loro anonimo angolo di pateticità in un finale in cui solo pochi di loro spiccano per aver fatto qualcosa di concreto.

1 commento:

  1. Ammetto che non sono stato una grande appassionato della saga di Harry Potter. D'accordo, avvincente e fantasioso, però nulla più che una serie di libri per ragazzi. IN ogni caso sono stato contagiato anche io dalla colata di entusiasmo per l'uscita di questo libro. Non mi ha lasciato nulla, a parte il ricordo del senso di noia nel leggerlo, lettura che ho portato avanti più per una senso di compiuto che per curiosità. Se non avessi letto "L'inganno della morte" recentemente, sarebbe rimasto il libro più inutile letto quest'anno

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