Un passo in avanti e due indietro

Sono in sala d'aspetto: davanti a me è seduta una signora un po' robusta attorno ai sessant'anni che si fa aria con una brochure arraffata dal tavolino li accanto (qui dentro si muore davvero dal caldo!). Nell'angolo vicino alla finestra sono sedute vicine madre e figlia che parlano tra di loro bisbigliando a bassa voce, ma qui c'è un tale silenzio che si capisce comunque tutto quello che dicono. Un ometto già un po' in là con gli anni ma dritto come un fuso fa su e giù nel corridoio.
Io, per ingannare l'attesa, tiro fuori dalla borsa il mio iPad e mi metto a scrivere. Immediatamente tutte le teste si voltano e con malcelata curiosità si mettono tutti a fissare quello che faccio ed anche quando è passato un po' di tempo non riescono a fare a meno di voltarsi ogni tanto dalla mia parte e guardare: io continuo a scrivere ostentando indifferenza.
Scene simili mi sono capitate in diverse occasioni, ed in alcuni casi "i curiosi" erano persone da cui non mi sarei mai aspettata tanto stupore per una tecnologia ormai all'ordine del giorno. In particolare mi ha stupito il fatto che nella mia Università, e nella mia facoltà in particolare, non mi sia mai capitato di incontrare qualcun'altro con un iPad e si contano sulle dita di una mano quelli che usano un portatile per prendere appunti.
Naturalmente non intento dire che dovremmo essere tutti iper tecnologici e twittare a raffica dall'alba al tramonto, però mi sembra che in certe cose si voglia rimanere legati a vecchi modi di fare che però risultano essere molto scomodi e spesso insensati. Per esempio la mia università, come credo quelle di tutt'Italia, ha attivato una sezione del sito web dove e possibile registrarsi per l'appello degli esami che si vogliono sostenere, peccato però che nessun corso della mia facoltà preveda la possibilità di usufruire di questo servizio: così dobbiamo andare fino in facoltà a cercare il "foglio dell'esame" e registrarci manualmente su quello, con potenziale disagio soprattutto per quelle persone che abitano più lontano. Quando invece basterebbe un semplice click...
Ma questa "arretratezza" deve essere una caratteristica precipua della mia facoltà in cui non viene utilizzata, se non raramente, nemmeno l'aula web, molto utile per quei corsi in cui vengono distribuiti molti fogli e dispense varie: da noi alla rapida ed ecologica email si preferisce sprecare tonnellate e tonnellate di fogli per un mare di fotocopie che, nella migliore delle ipotesi, rimarranno ad impolverarsi sugli scaffali della libreria e, nella peggiore, verranno usate come fogli di brutta o come aeroplanini.
E questo mi porta a pensare al dilemma libro cartaceo VS ebook: mi pare infatti di capire che molte persone contestino la tecnologia dell'ebook preferendovi i tradizionali libri cartacei. Io sono una di quelle persone che ama profondamente i libri, tant'è vero che la mia camera è arredata soltanto da vari scaffali di libreria (e vi assicuro che i volumi non sono messi li solo per figura...!), però trovo che l'ebook batta i tradizionali volumi sia per la praticità (un lettore di ebook può contenere centinaia e centinaia di libri) sia per il rispetto verso l'ambiente. E poi ai detrattori dell'ebook vorrei far notare che un libro non si identifica con il supporto su cui é stampato e letto: un libro è un insieme di parole e vi posso garantire che le parole vi trasmettono emozioni sia che siano stampate su un foglio di carta (meglio se riciclata...) sia che compaiano digitalmente su uno schermo!
In sostanza quello che voglio dire è che non dovremmo rifiutare a prescindere le innovazioni tecnologiche perché internet, social network, tablet ecc. sono delle incredibili risorse, ma che, come ogni cosa, vanno usate con la testa...!

1 commento:

  1. Naturalmente io preferisco il libro cartaceo all'ebook. L'ebook però è molto più comodo, meno pesante, meno voluminoso, puoi averlo/i a portata di mano.... Ben vengano gli ebook.

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