Downton Abbey


Downton Abbey è ormai diventata la serie drammatica britannica in costume di maggior successo, raccogliendo diversi premi e totalizzando un numero di ascolti altissimo.
E finalmente anche io ho trovato il tempo per vedermela e ne sono rimasta entusiasta!
Il primo punto a favore della serie è quello di  essere stata scritta e creata da Julian Fellowes, l’attore e scrittore premio Oscar per la sceneggiatura di Gosford Park e di essere stata diretta dal pluripremiato Brian Percival. Il secondo è di poter vantare un cast davvero eccellente, tra cui spicca per fama e bravura Maggie Smith. 
Al di là delle credenziali, però, quello che colpisce davvero della serie è la sua capacità di catturare con maestria ed eleganza lo spirito di una nazione e di un’epoca, quello dell’Inghilterra all’alba del primo conflitto mondiale, e di consegnarci un affresco storico, politico e sociale che affascina e convince grazie a sceneggiature profonde e brillanti, personaggi complessi e interpretazioni a dir poco magistrali.

Downton Abbey inizia nell’aprile del 1912 quando i cavi del telegrafo portano fino a Grantham la notizia dell’affondamento del Titanic. Sulla nave viaggiavano due cugini dell’attuale lord Grantham, Robert Crawley, ed è proprio la loro morte a mettere in moto la storia, a causa di una complicazione giuridica legata all’eredità. In breve, poiché lord Grantham non ha figli maschi, il titolo e la proprietà passerebbero ad un lontanissimo parente, un avvocato di provincia di famiglia medio borghese. 
La serie consta solo di sette episodi ma, complice una narrazione briosa e dal piglio sicuro, gli avvenimenti si susseguono a ritmo vertiginoso, tanto che, alla fine dell’ultima puntata, la Prima Guerra Mondiale è già alle porte.

La serie mette in scena personaggi appartenenti a due diverse categorie sociali: la famiglia Crawley e i loro domestici. E inevitabilmente le vicende dei singoli personaggi si articoleranno con quelle degli altri. 
I delicati ritratti dei personaggi, con i loro segreti e le loro ambizioni, lasciano spazio ad alcune vicende romantiche che sembrano uscite dalle pagine di Jane Austen e che appassionano senza risultare melodrammatiche. E anche le vicende più cupe vengono stemperate dal tipico humor inglese.
Se le storie dei personaggi non fossero sufficienti a farvi appassionare alle vicende di Downton Abbey, rimane la perfezione della messa in scena. Tutto qui è ai massimi livelli, dalla regia, che alterna ritmi lenti (ai piani alti) a sequenze frenetiche (a quelli bassi), alla fotografia lussureggiante, dal montaggio alla colonna sonora, dalle sceneggiature eleganti alle interpretazioni.












1 commento:

  1. Una delle serie più belle che io abbia mai visto e io ne ho viste davvero tantissime! Non aspetto altro che la terza stagione!
    Robi

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xoxo