La giuria

Una giovane vedova fa causa ad una importante società che produce armi da fuoco reputandola responsabile della morte del marito. Una causa difficile da vincere ma che potrebbe creare il precedente per un radicale cambiamento nel sistema giudiziario e sociale portando come conseguenza pratica ad una riduzione e regolamentazione della vendita di armi da fuoco. Una causa difficile da vincere quindi, in cui però crede fermamente l'avvocato dell'accusa Rohr.
Altrettanto sicura della vittoria è la parte avversa, cioè la società d'armi, che si serve dei metodi poco ortodossi del consulente Fitch per selezionare una giuria perfetta andando a frugare nel passato e nella vita privata di ogni possibile giurato per capirne la psicologia e quindi decidere, in base ai propri interessi, se escluderlo o meno dalla giuria. La difesa, con l'aiuto di Fitch, punta ad impadronirsi della giuria comprandosi il verdetto, ma si intromette una donna misteriosa, Marlee (Rachel Weisz), che, con la complicità di Nick Easter (John Cusack) selezionato come membro della giuria, propone ad entrambe le parti di pagare loro una ingente somma in modo da comprarsi il verdetto (grazie a Easter che può influenzare le scelte dei giurati dall'interno).
Un thriller giudiziario ricco di sorprese e di suspense che risulta ancora migliore grazie alla bravura del prestigioso cast che vede confrontarsi Dustin Hoffman, che interpreta l'avvocato dell'accusa, e Gene Hackman nei panni dello spregiudicato Fitch: i due, presenti in tutto il film, hanno un solo scambio di battute nella scena ambientata nel bagno degli uomini del tribunale che da sola giustifica la visione del film.
La forza del film sono sicuramente i personaggi (bravissimi, oltre a Hoffman e Hackman, anche Rachel Weisz e John Cusack) un po' buoni e un po' cattivi, che, e vale soprattutto per Marlee ed Easter, hanno una morale ambigua fino alla fine del film.
Mentre il difetto del film è forse il contenuto che viene presentato in maniera un po' troppo moralista e retorica, con un finale forse un po' troppo politically correct.
Comunque, più che mettere in scena il classico scontro tra due avvocati di parti avverse, questo thriller denuncia, oltre all'uso e al libero mercato delle armi, come sia possibile manipolare e controllare una giuria arrivando in pratica a manipolare un processo e comprarsi un verdetto di assoluzione o accusa. E l'aspetto più inquietante del film è proprio questo: fino a che punto si tratta di finzione e quanto si è vicini alla realtà?

« I processi sono troppo importanti per lasciarli in mano alle giurie. »

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