La rivolta dell'anima

Il titolo di questo breve scritto è preso in prestito da un eccellente documentario realizzato da Roberto Olla per la RAI, che descrive l'unica rivolta vittoriosa di tutta la Shoah: quella dello spirito. È difficile immaginare uno spazio di libertà di pensiero e di critica politica e sociale, addirittura satirica, nel pieno del periodo più buio e tragico della storia del novecento. Eppure, nella bufera della Shoah, l'intelligenza poetica e l'umorismo graffiante dello spirito ebraico hanno dato vita ad una “rivolta dell'anima” nei confronti della violenza ed oppressione nazista che è ancora oggi un grande insegnamento ed anche messaggio di speranza.

THERESIENSTADT (TEREZIN)
La fortezza di Theresienstadt (dal nome di Maria Teresa d'Austria), in territorio Ceco, nel Protettorato di Boemia e Moravia, venne scelta dai nazisti, principalmente, come “ghetto” per gli ebrei tedeschi e cecoslovacchi privilegiati, ovvero quegli ebrei la cui eliminazione sarebbe stata più difficile da nascondere, essendo artisti, musicisti, letterati, eroi della I guerra mondiale. Non furono pochi quelli che, ignari del destino che li attendeva, chiesero di venire mandati a Theresienstadt. La distanza da Auschwitz era di circa 200 km, perciò Terezin (così veniva abbreviato il nome) diventò l'anticamera dell'inferno.

Tutto iniziò nel novembre 1941, quando un primo trasporto di Ebrei fu mandato per trasformare la piccola città guarnigione nel campo di concentramento di Theresienstadt. Da quel giorno fino al maggio 1945 circa 140.000 ebrei sostarono nel campo.

La contemporanea presenza nel ghetto di molti artisti di alto livello fece nascere una serie di attività musicali, letterarie e pittoriche. La carta per scrivere musica, gli strumenti musicali e gli spettacoli stessi erano clandestini. Ma erano già una forma di rivolta al tentativo di annullare l'identità e l'umanità dei singoli (a questa logica rispondeva la pratica di marchiare un numero sul braccio degli internati nei campi di sterminio fino a cancellarne il nome). Nel ghetto non era consentita l'istruzione dei bambini. Ma anche a questo si rispose con l'organizzazione di attività scolastiche clandestine, perché l'istruzione è il primo e fondamentale passo per crescere uomini liberi e consapevoli.
I nazisti non tardarono ad accorgersi delle attività musicali, ma mostrarono una certa tolleranza. Del resto la vita all'interno del ghetto era apparentemente autogestita da un Consiglio Ebraico, veniva stampata anche carta moneta (di nessun valore e realizzata con teutonica precisione e antisemitico disprezzo) che serviva solamente a comprare nei negozi quanto era stato requisito dai bagagli dei nuovi arrivati.

Le SS erano all'esterno della fortezza, l'interno era controllato da guardie cecoslovacche.
La presenza di un gruppo di ebrei danesi, per i quali il governo di Copenhagen aveva concordato un trattamento favorevole (e, unico governo europeo, era già riuscito a salvarne quasi la totalità trasferendoli in Svezia), fece sì che una commissione della Croce Rossa Internazionale, presieduta da Albert Roussel, facesse visita alla città-ghetto di Theresienstadt. I nazisti avevano già provveduto ad inviare ad Auschwitz- Birkenau circa 17.000 prigionieri, per ridurre l'affollamento, insediandoli in un settore a parte (chiamato "Theresienstädter Familienlager") e trattandoli con insolita umanità, perché destinati ad essere anch'essi visitati dalla Croce Rossa nel caso l'ispezione di Terezin risultasse insoddisfacente. Il centro di Terezin era stato abbellito, dipinto, erano stati aperti finti negozi, una biblioteca, una sala concerti e perfino una falsa scuola. L'ispezione fu un successo per i nazisti, che avevano imposto il percorso di visita. La relazione di Roussel affermò, addirittura, che gli ebrei a Terezin erano stanziali (era quella la loro destinazione definitiva) e vivevano meglio di chiunque altro in Europa in territorio di guerra. A questo punto i 17.000 internati del Familienlager Theresienstadt non servivano più e vennero inviati alle camere a gas.

Il successo dell'inganno portò alla realizzazione di un documentario (un primo tentativo era già fallito) rivolto al pubblico internazionale, che mostrasse la generosità di Hitler nei confronti degli ebrei, ai quali aveva regalato addirittura la città di Terezin. Le riprese furono affidate ad un internato, il regista ed attore di grande successo Kurt Gerron (celebre per avere interpretato il ruolo del mago Kiepert in “L'angelo azzurro” al fianco di Marlene Dietrich). Il documentario, intitolato "Theresienstadt. Ein Dokumentarfilm aus dem jüdischen Siedlungsgebiet" (Terezin: Un documentario sul reinsediamento degli ebrei), più noto come "Il Führer regala una città agli ebrei", fu ultimato verso la fine del 1944. Per la sua realizzazione Terezin venne trasformata in un enorme teatro di posa. Tutte le persone che compaiono nel film vennero successivamente inviate ad Auschwitz per essere eliminate, come scomodi testimoni di un falso propagandistico. Lo stesso Gerron fu ucciso in una camera a gas il giorno prima che Himmler decretasse la sospensione dello sterminio. Il film non venne mai proiettato integralmente, e le bobine originali andarono perdute. Ne sono giunti ad oggi solo pochi stralci proiettati in alcuni cinegiornali nazisti, per un totale di 23 minuti.
Nel film compaiono, però, per alcuni minuti le prove dell'avvenuta rivolta dell'anima. La marcia finale dell'opera per bambini “Brundibar” (Il calabrone), di Hans Krasa, è documentata dalle riprese del regista Gerron.

BRUNDIBAR
Si tratta di un'opera per bambini che racconta una vicenda edificante nella quale il bene trionfa sul male. L'idea originale venne dall'analisi del concetto di cooperazione alla base della Lisistrata di Aristofane. Venne composta nel 1938 da Hans Krasa su testo di Adolf Hoffmeister per un concorso del Ministero dell'Educazione Cecoslovacco. I risultati del concorso non si seppero mai, perché la Germania invase la Cecoslovacchia. Hans Krasa venne internato nel ghetto di Terezin. In Terezin Krasa non aveva con sé lo spartito originale, perciò riscrisse Brundibár adattandolo ai pochi strumenti a disposizione. Cominciarono le rappresentazioni clandestine e poi quelle ufficiali. Non si fermarono fino alla fine del 1944 quando non era rimasto alcuno vivo per metterle in scena.
Alla fine si contarono 55 rappresentazioni ufficiali.
Brundibar è una favola contro la guerra nella quale i due bambini Aninka e Pepicek (Annina e Peppino) hanno bisogno di procurarsi del latte per curare la loro mamma malata. Per guadagnare qualche soldo si mettono a cantare canzoni sulla piazza del mercato, con grande dispetto di Brundibar (calabrone), il suonatore di organetto che si considera il padrone assoluto della piazza. Il suono delle deboli voci di Aninka e Pepicek viene coperto dalla sonora propaganda di Brundibar, che riesce a cacciarli dalla piazza. Mentre i due bimbi riflettono tristemente sulla loro condizione arrivano in aiuto tre amici animali: un gatto, un cane ed un passerotto. Essi radunano tutti i bambini del vicinato per cantare tutti insieme la canzone di Aninka e Pepicek. Finalmente la voce dei bambini riesce a coprire il suono del prepotente suonatore d'organetto e i passanti riempono il cappellino di Pepicek di soldini per comprare il latte per la mamma ammalata. Ma il perfido Brundibar ruba il denaro e fugge. Viene però rincorso e sconfitto dai bambini con i loro amici animali. Il canto finale è una gioiosa marcetta che inneggia all'amicizia ed alla solidarietà, unica strada per sconfiggere il malvagio dittatore.
È evidente il significato simbolico e satirico dell'operetta, dove non è difficile identificare il personaggio di Brundibar con Adolf Hitler e il suo organetto con l'apparato propagandistico nazista. L'unione dei fanciulli che porta alla vittoria, ma soprattutto l'adesione dei cuori dei bambini interpreti e del pubblico che, dal 1943, assistette alle rappresentazioni in Terezin, rappresentarono quella rivolta dell'anima e quella speranza in un futuro migliore che sono ancora oggi testimonianza della forza dello spirito umano.
Anche dal punto di vista musicale Hans Krasa raggiunge un meraviglioso equilibrio tra la ricerca di un linguaggio moderno e la semplicità melodica, requisito fondamentale per un'operetta destinata ad esecutori bambini. Anche sotto questo aspetto la sua è una vittoria dell'arte degenerata (così veniva bollata ogni forma di ricerca nel campo delle arti) sulla ristretta mentalità nazista.

TESTIMONIANZE
Tutti in Theresienstadt conoscevano Brundibár. Tutti i bambini cantavano le melodie, molti di loro videro l'operetta numerose volte. Non so quanti sopravvissero. Ma potresti provare in ogni parte del mondo, semplicemente fischiando un tema dell'opera e li scoveresti. Puoi star certo ti risponderebbero e si farebbero conoscere.
Rudolf Freudenfeld (1921-1985), istruì musicalmente molti dei bambini interpreti di Brundibar.
Dopo la guerra cambiò nome in Rudolf Franek (foto a destra)
Brundibar dava ai bambini fiducia. Fiducia nel mondo, nel fatto che il mondo può essere bello. Il mondo sotto Hiltler era orribile. Ma il mondo può essere bello. Quando i bambini rappresentavano Brundibar nelle soffitte degli alloggiamenti, in quei momenti la vita perdeva i suoi orrori e tornava a sorridergli.
Alice Sommer (1903), nota pianista, qui a sinistra con il figlio Stefan (1937-2001), che interpretò in alcune occasioni il ruolo del passerotto nell'opera Brundibar.

L'IMPERATORE DI ATLANTIDE
Kaiser von Atlantis” (“L'imperatore di Atlantide”), è un altro esempio della miracolosa creazione di musica e satira nel ghetto di Terezìn,. Viktor Ullmann, musicista boemo di radici ebraiche, allievo di Arnold Schönberg, fu deportato a Terezin nel 1942 e nell'estate del 1943 compose la musica, mentre il giovane poeta e amico Peter Kien si dedicava allibretto. “L'Imperatore di Atlantide” è un'opera breve, che gli autori stessi definirono leggenda in quattro scene. L'organico strumentale e vocale è per forza ridotto all'osso: sette cantanti, un insieme orchestrale ridottissimo, con arie, parti recitate, duetti, terzetti.
Si tratta di un'opera musicalmente interessante, anch'essa con ricerca di linguaggi definiti “degenerati” dai nazisti. Risente dell'influenza di Mahler, Zemlinsky, Weil. Fu subito proibita perché i nazisti si resero conto dell'identificazione tra il personaggio del Kaiser e Hitler.

Anche senza conoscere la trama dell'opera, il titolo stesso evoca la speranza di veder sprofondare il Kaiser con tutto il suo continente. In realtà la trama dell'opera si sviluppa tra satira e teatro dell'assurdo: la Morte, offesa per il sistematico e scientifico sistema di uccisioni dell'imperatore Überall (Soprattutto - chiarissimo riferimento ad Hitler), decide di scioperare. Nessuno riesce piü a morire e l'imperatore, preoccupato per la perdita del suo principale potere, utilizza lo sciopero della Morte per fini propagandistici, spacciandolo per dono personale dell'imperatore a tutto il mondo. L'imperatore dovrà alla fine accettare di morire per restituire alla Morte la sua funzione ed il suo significato.

Pochi mesi dopo l'internamento a Terezin, Ullmann venne deportato ad Auschwitz, dove morì nel 1944. La partitura e il libretto del Kaiser furono salvati miracolosamente dallo smantellamento di Terezìn e rappresentati per la prima volta dopo 30 anni dalla morte del compositore.

I NUMERI DI TEREZIN
140.000 persone transitarono da Terezin.
33.000 vi morirono per fame o malattia.

63 trasporti lasciarono Terezin dal 1942 diretti ad Auschwitz-Birkenau:
87.000 persone vi furono caricate, di queste 3800 sopravvissero fino alla liberazione;
7590 bambini vi furono caricati, solo 142 sopravvissero.

Il giorno in cui Terezin fu liberata vi erano 1600 bambini dai 15 anni in giù

Gli artisti, i bambini, le persone che vissero in Terezin vi nascosero testimonianze del loro passaggio che furono più tardi recuperate e sono, spesso, tutto ciò che rimane di loro, la loro “rivolta dell'anima”. 

Krasa e Hoffmeister

banconote di Terezin

Viktor Ullman

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