AGORA

Chi era Ipazia e perché si parla tanto di lei?
Filosofa, matematica ed astronoma, visse ad Alessandria d'Egitto dal 375 al 414 a.C., amatissima dai suoi discepoli pagani, cristiani ed ebrei come simbolo di libertà intellettuale e di rigorosa, laica ricerca scientifica; ma anche perseguitata da fanatici e violenti sotto il governo del vescovo Cirillo, quando il cristianesimo era diventato religione di stato. 
Squadracce che non perdonavano a Ipazia le sue battaglie contro il dogmatismo e la vita completamente dedicata alla scienza e al dialogo fra le varie confessioni religiose che caratterizzava l'Alessandria del IV secolo d.C. Fino alla morte per lapidazione.
Si parla tanto di Ipazia (l'ultima è Silvia Ronchey con il suo Ipazia, la vera storia edito da Rizzoli) perché in tempi di intolleranza, anche sanguinaria, delle religioni, il personaggio di Ipazia (un'eccellente Rachel Weisz) è un personaggio fortemente simbolico. 
In Agora, girato benissimo da Alejandro Amenabar nello stile dei kolossal anni '50 con un'ambientazione molto accurata, il contrasto tra violenza oscurantista e coraggio della cultura è raccontato con grande efficacia drammaturgica, fluidità narrativa e intelligenza spettacolare. 

























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